Approfondimento

I contadini grigionesi testano la neutralità climatica

I Grigioni vogliono essere il primo cantone con un saldo di emissioni zero in agricoltura puntando sull’innovazione

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  • Oggi, 09:00
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Sono 52 le aziende agricole partecipano al progetto pilota lanciato dal Cantone

  • Keystone
Di: Sara Hauschild, Laura Beer (RTR)/sf 

Il cambiamento climatico rappresenta una grande sfida anche per l’agricoltura svizzera. Da un lato, le aziende agricole sono la quarta fonte di emissioni per importanza del Paese, dall’altro, gli agricoltori stessi sono fortemente colpiti dalle conseguenze del cambiamento climatico.

I Grigioni vogliono diventare il primo cantone in Svizzera con un saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero.

Sviluppare e testare soluzioni innovative

Nel 2020 il cantone ha lanciato il progetto “agricoltura climaticamente neutra”, con l’obiettivo di preparare gli agricoltori alle mutevoli condizioni climatiche e allo stesso tempo incoraggiarli a ridurre l’emissione di gas serra.

In totale, 52 aziende agricole partecipano a questo progetto pilota e negli ultimi cinque anni hanno sviluppato e testato misure per ridurre le emissioni. Il cantone sostiene l’impegno delle fattorie con 6,4 milioni di franchi.

Il responsabile del progetto Claudio Müller vede un grande potenziale per la riduzione delle emissioni: “Nella lavorazione del suolo, nella scelta del foraggio per gli animali, nella gestione del letame e nella produzione di energia, le aziende agricole possono risparmiare una gran parte delle emissioni.”

Grigioni pionieri dell’agricoltura sostenibile (Telesguard, RTR, 03.06.205)

Due aziende agricole, due concetti

Peter Angelini, che ha una novantina di pecore a S-chanf, ad esempio, ha costruito in modo creativo un proprio contenitore per il compostaggio, che assorbe il doppio di CO₂ rispetto a prima.

La soluzione fai da te di Peter Angelini (Telesguard, RTR, 04.06.205)

La sua invenzione permette di trasformare in quattro settimane il letame prodotto dai suoi animali in humus pronto per concimare i campi. Una soluzione che ha diversi vantaggi rispetto a un compostaggio all’aria aperta. Il processo è più rapido e funziona anche nei rigidi inverni dell’Engadina. Si mantiene una parte molto maggiore delle sostanze nutrienti presenti nel letame. I gas emessi durante il processo di compostaggio vengono filtrati e riutilizzati anch’essi come fertilizzante. Il prossimo passo per Angelini è sfruttare anche il calore prodotto per scaldare l’acqua.

Andri Baltermia, di Cazis, ha avuto un’altra idea: invece di mucche da latte della razza tradizionale, nella sua fattoria alleva bovini Jersey, una razza che si adatta molto bene alle condizioni locali e mangiano esclusivamente foraggio che cresce sul terreno dell’azienda agricola.

Delle mucche frugali (Telesguard, RTR, 05.06.205)

Baltermia ha rinunciato a massimizzare la produzione di latte, ma allo stesso tempo non acquista più foraggio concentrato per nutrire le mucche, risparmiando soldi e carburante per il trasporto. Aggiunge invece del carbone vegetale alla dieta del suo bestiame, che assicura una minore emissione di CO₂ durante la decomposizione del letame e una migliore concimazione per i campi. E proprio nel campo della fertilizzazione che Baltermia prosegue le sue sperimentazioni, un passo alla volta verso l’obbiettivo della neutralità climatica.

La formazione agricola guarda al futuro

Il Plantahof, il centro di competenze agricole grigionese, è stato coinvolto nel progetto fin dall’inizio. Le esperienze raccolte nel progetto pilota dovranno confluire nella formazione delle future generazioni di contadini. Anche loro dovranno essere preparati alle mutate condizioni dell’agricoltura e sensibilizzati verso una produzione a impatto climatico zero.

Pieder Vincenz, direttore del Plantahof dal febbraio 2025, è entusiasta del progetto: “Percepisco un grande entusiasmo e una buona dinamica nelle aziende che partecipano al progetto pilota. Credo che il progetto abbia successo perché i contadini possono sviluppare e testare le proprie idee, invece di limitarsi a seguire istruzioni”.

Il progetto proseguirà nell’ambito del “Green Deal”. L’obiettivo è coinvolgere in futuro un numero sempre maggiore di aziende agricole grigionesi. Tuttavia, le aziende interessate dovranno in futuro frequentare un corso di cinque giorni prima di poter ricevere un sostegno finanziario.

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  • Axel Belloni e Paolo Riva
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