Approfondimento

Il Ballo del qua qua, come uno svizzero ha conquistato il mondo

Werner Thomas, virtuoso turgoviese della fisarmonica, compose negli anni Cinquanta la melodia che è diventata il più grande successo musicale svizzero a livello internazionale

  • Oggi, 06:55
  • 2 ore fa
A differenza di queste paperelle, il più grande successo musicale svizzero non è uscito dallo stagno, ma dalle montagne grigionesi
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"Il ballo del qua qua": il più celebre brano svizzero?

RSI Archivi 07.06.2012, 18:34

  • Keystone
Di: Pauline Turuban (swissinfo)/sf 

Questo è il ballo del qua qua
e di un papero che sa
fare solo qua qua qua
più qua qua qua
mamma papera e papà
con le mani fan qua qua
e una piuma vola già
di qua e di là

Un trionfo di kitsch e leggerezza, che si pianta nell’orecchio. Ma saremmo fuori strada, a considerarla acqua passata. L’infantile inno ai palmipedi, infatti, ha preso piede anche sulle piattaforme di streaming. Troneggia nelle compilation vintage, con l’obiettivo di farci.. scodinzolare. Si direbbe che piaccia anche alle nuove generazioni, e avere dunque non solo un glorioso passato, ma persino un futuro.

Alzi la mano chi non si ricorda l’ossessionante canzoncina, ascolto obbligato nelle feste degli anni Ottanta. Poche persone forse sanno, però, che le sue origini sono ben più lontane nel tempo, e hanno le loro radici nelle montagne svizzere.

Dalla fisarmonica al sintetizzatore

La curiosa vicenda inizia 70 anni orsono. Virtuoso della fisarmonica, il turgoviese ventenne Werner Thomas si guadagnava il pane come musicista negli alberghi dei Grigioni. Fu proprio lui, verso la metà degli anni Cinquanta, a comporre la melodia che poi sarebbe diventata Il Ballo del qua qua, reso celebre nel mondo italofono grazie a Romina Power.

In principio, Thomas l’aveva concepito come un banale intermezzo. Ma nell’albergo invernale dove lavorava, col passare degli anni il pubblico prese a reclamarlo, con insistenza.

All’inizio degli anni Settanta, la svolta. Il produttore belga Louis van Rijmenant è in vacanza a Davos. Perde la testa per il ritornello, fiuta la gallina dalle uova d’oro e mette sotto contratto Werner Thomas. La prima versione strumentale arriverà nel 1973, con il titolo Tchip Tchip, che già dunque evocava il cinguettio dei pennuti. E che divenne un successo straordinario grazie al gruppo belga Cash & Carry e alla sua rivisitazione a colpi di sintetizzatore.

Werner Thomas raccontò in un programma della televisione tedesca che la prima volta che l’ascoltò, ci rimase male. “Ero molto deluso, non era assolutamente il tipo di suono cui avevo pensato”. Ma ci mise poco a cambiare idea: Tchip Tchip prese il volo nelle classifiche, non solo in Belgio ma pure in altri Paesi, Svizzera compresa.

Un successo planetario

Il produttore continuò d’altronde ad alzare il tiro. Presentando il brano al MIDEM di Cannes, evento di prima fila dell’industria musicale planetaria. Racconta il portale belga DH che proprio in quell’occasione il brano conquistò il produttore statunitense Stanley Mills, che decise di esportarlo Oltreoceano. È del 1982 la versione del gruppo The Tweets, The Birdie Song, seguita dalla versione per discoteche tedesca, Dance Little Bird.

A una storia di sorprendente successo, mancava solo la parola. Fu di nuovo un belga a lanciarsi nell’impresa, facendone uno dei maggiori successi francofoni degli anni Ottanta, tanto che nel 1983 il pezzo finì nel Guinness dei primati grazie a ben 2,5 milioni di copie vendute in Francia.

Ai giorni nostri, con un totale di 3,5 milioni di esemplari, resta il secondo 45 giri più venduto nella storia musicale francese. Cifre che non tengono conto dello streaming.

Mille versioni in decine di Paesi

Negli anni, la creatura di Werner Thomas ha conosciuto infinite declinazioni. Dallo Schlager tedesco, disco d’oro in Germania e grande successo anche in Svizzera, all’heavy metal uscito quest’anno. Nel complesso, si tratta di circa 400 versioni che hanno venduto almeno 50 milioni di copie, in oltre 40 Paesi, numeri che ne fanno il brano musicale svizzero di maggior successo al mondo.

Un trionfo che per certo ha qualcosa a che fare anche con il balletto collegato. Una coreografia infantile, estremamente semplice, che si ripete sempre uguale. Incredibile ma vero, anche questa fu un’idea del turgoviese Werner Thomas. Che ha raccontato di aver tratto l’ispirazione dal mondo dei volatili, ma anche dalle flessioni delle gambe tipiche di chi scia.

Thomas ha oggi 96 anni e si gode la pensione in una lussuosa residenza per anziani in Ticino. Se non ha mai voluto rivelare quanto denaro abbia fruttato la sua creatura, ha sempre sottolineato di esserne molto orgoglioso. 

Quanto al tramonto della sua vita, nell’ultima intervista, che ha concesso nel 2018 al Blick, parlò del piacere di assaporare “una bella tartare di carne con un bicchiere di prosecco, in santa pace”.

Se avete letto questo articolo, vi dobbiamo una messa in guardia: il Ballo del qua qua tornerà da questo momento a risuonarvi in testa per un po’ di tempo. Magia del tormentone.

58:49
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Nadine Carina

Local Heroes 06.12.2025, 15:00

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