Approfondimento

La Svizzera e la carenza di manodopera

Come si prepara il Paese alla prevista mancanza di centinaia di migliaia di persone sul mercato del lavoro entro il 2040?

  • 12 maggio, 06:39
  • 21 maggio, 11:14
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La mancanza di manodopera si fa particolarmente sentire nel settore della sanità

  • Keystone
Di: Samuel Jaberg (swissinfo.ch)

È una realtà che colpisce il mercato del lavoro, non solo in Svizzera, dopo la fine della pandemia di coronavirus. Molte aziende hanno difficoltà a reclutare personale per soddisfare la forte domanda, sottolinea un approfondimento di swissinfo.ch. Sebbene negli ultimi mesi l’inflazione abbia leggermente attenuato la ripresa economica post-Covid, e di conseguenza il fabbisogno di manodopera, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), alla fine del 2023 erano ancora vacanti più di 110’000 posti di lavoro.

Il fenomeno è destinato a intensificarsi. Secondo le associazioni imprenditoriali, entro il 2040 ci sarà una carenza di quasi 430’000 persone nel mercato del lavoro, soprattutto a causa dei cambiamenti demografici.

L’afflusso di giovani non sarà in grado di compensare la generazione del cosiddetto “baby boom” che va in pensione. Altri studi, come quello dell’associazione Impiegati Svizzeri, dipingono un quadro ancora più fosco. Secondo le stime, entro il 2035 sul mercato del lavoro svizzero potrebbero mancare quasi 1,2 milioni di persone.

Le autorità svizzere ammettono che le aziende saranno sempre più in competizione per attrarre manodopera. Tuttavia, invitano alla cautela con queste cifre e a non drammatizzare la situazione.

“Questo effetto demografico è stato e sarà probabilmente mitigato in una certa misura dall’immigrazione. In generale, non è facile estrapolare la situazione del mercato del lavoro, che è in continua evoluzione”, sottolinea Françoise Tschanz, portavoce della Segreteria di Stato per gli affari economici (SECO).

L’approccio liberale della Svizzera

A livello globale, non esistono statistiche dettagliate sull’entità del fenomeno o sul suo sviluppo futuro. Resta il fatto che molti Paesi, non solo occidentali, dovranno rimboccarsi le maniche per riempire i posti lasciati vacanti dalla transizione demografica e dall’invecchiamento della popolazione.

“Finora il problema ha riguardato soprattutto i Paesi ricchi. Ma la carenza di manodopera comincia a diventare una sfida per alcuni Paesi emergenti”, sottolinea Ekkehard Ernst, responsabile della divisione macroeconomia dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) a Ginevra. “Penso in particolare alla Cina, che sta lottando per trovare lavoratori per il suo settore agricolo. Con l’invecchiamento della popolazione mondiale, questo fenomeno è destinato a peggiorare”.

Secondo il Consiglio federale, non è necessario alcun intervento statale speciale per evitare carenze in settori chiave dell’economia come la sanità, l’energia o i trasporti.

“Il mercato del lavoro funziona molto bene. La formazione professionale duale è un vantaggio, in quanto si adatta costantemente alle esigenze delle aziende. Inoltre, il livello di istruzione in Svizzera è alto e negli ultimi anni è cresciuto ulteriormente”, afferma Tschanz.

Questo approccio liberale e ottimista ha funzionato piuttosto bene per la Svizzera fino ad oggi. Ma ha avuto successo solo grazie al massiccio afflusso di manodopera straniera, soprattutto dai Paesi dell’Unione Europea.

Dal 2002, quando è entrata in vigore la libera circolazione delle persone, la popolazione del Paese è cresciuta del 20%, raggiungendo i 9 milioni. Una crescita demografica impressionante che non ha eguali in Europa.

L’articolo originale è stato pubblicato da swissinfo.ch e adattato dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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RG 12.30 del 07.05.2024 Il servizio di Johnny Canonica

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