LinkedIn, da lunedì 3 novembre, inizierà a utilizzare i dati dei propri utenti per addestrare un sistema di intelligenza artificiale generativa. Ad eccezione dei messaggi privati, praticamente tutte le informazioni saranno date in pasto all’IA per addestrare un chatbot: profili seguiti, foto pubblicate, localizzazioni, curriculum e altro ancora.
Il problema è che con l’IA non è mai del tutto chiaro come vengano utilizzati i dati. È già stato dimostrato che alcuni chatbot possono riprodurre esattamente i dati usati durante la fase di addestramento.
Nelle impostazioni di LinkedIn è ancora possibile indicare che i propri dati non vengano utilizzati per l’addestramento dell’IA. È importante farlo prima del 3 novembre, perché una volta che i dati sono stati impiegati per l’addestramento, non è più possibile rimuoverli retroattivamente dal sistema.
La procedura passo per passo
Per opporsi all’uso dei propri dati personali basta seguire i seguenti passi:
Aprire LinkedIn
Cliccare sulla propria immagine di profilo (“Tu”), in alto a destra nella versione web, in alto a sinistra sull’app per smartphone

Cliccare su “Impostazioni e privacy”
Nel menu a sinistra, cliccare su “Privacy dei dati”

Nella prima sezione, selezionare “Dati per migliorare l’IA generativa”

Mettere “No” all’opzione “Usa i miei dati per addestrare i modelli di IA per la creazione di contenuti” (il bottone passa da verde a bianco).
LinkedIn vuole usare i vostri dati (Espresso, SRF, 29.10.2025)
I motivi dietro la decisione di LinkedIn
LinkedIn sta sviluppando un chatbot in grado di suggerire testi quando si scrive un post sulla piattaforma. L’obiettivo è adattare il tono del bot allo stile tipico della piattaforma. Inoltre, LinkedIn fa parte del gruppo Microsoft, che ha sviluppato la propria intelligenza artificiale chiamata Copilot. Per restare competitivo nella corsa ai chatbot più avanzati, Microsoft ha bisogno di un volume sempre maggiore di dati di alta qualità, e LinkedIn rappresenta una fonte preziosa.
Come social network professionale, LinkedIn raccoglie una grande quantità di informazioni sensibili sul percorso lavorativo e sulla rete di contatti. degli utenti. Molti non si rendono conto di quanto siano delicate le informazioni che condividono sulla piattaforma, spesso lo fanno per presentarsi al meglio e migliorare le proprie opportunità di carriera.
Proprio per questo motivo, LinkedIn è anche molto apprezzato dai truffatori: i dati disponibili possono essere sfruttati per attività di phishing, manipolazione o furto d’identità.
Una pratica diffusa
LinkedIn non è l’unica piattaforma che utilizza i dati degli utenti per addestrare sistemi di intelligenza artificiale. Anche Meta, che gestisce Facebook, Instagram e WhatsApp, ha iniziato a farlo dalla fine di maggio, a meno di un rifiuto esplicito. La piattaforma X (ex Twitter) raccoglie e sfrutta questi dati già da circa un anno.
Nel caso dei chatbot, come ad esempio ChatGPT, è ormai prassi comune che le conversazioni vengano utilizzate per migliorare le prestazioni e l’efficacia del sistema.

Giornalismo e AI, prove di convivenza
Modem 23.10.2025, 08:30









