Inchiesta

Losanna, commenti razzisti e video cancellati: i retroscena del caso Mike

Un’indagine del Ministero pubblico vodese ha fatto emergere messaggi e immagini discriminatori scambiati tra poliziotti, ma i contenuti più compromettenti sarebbero stati eliminati

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La foto che aveva dato il via all'inchiesta della procura vodese

  • RTS
Di: François Ruchti (RTS)/sf 

Era il giugno del 2023 quando è emersa la foto di un agente sorridente e con il pollice alzato accanto a un graffito alla memoria di Mike Ben Peter, un nigeriano di 39 morto dopo essere stato fermato con la forza per un controllo antidroga nel 2018 a Losanna.

Un’immagine resa pubblica della RTS, alla quale era stata fornita da una fonte anonima. La persona aveva spiegato che la foto circolava nei gruppi WhatsApp della polizia che si scambiavano contenuti “problematici”. La fonte aveva deciso di contattare la stampa perché all’interno delle forze dell’ordine alcuni erano scioccati da questi comportamenti razzisti e discriminatori.

L’origine della fotografia (Mise au point, RTS, 31.08.2025)

Nei giorni successivi, il comandante invia un messaggio a tutto il corpo della polizia municipale. Afferma che condurrà le indagini necessarie per identificare l’autore della foto e fare luce su eventuali gruppi WhatsApp. Viene avviata un’indagine interna.

Un verbale di un’audizione di un poliziotto, ottenuto dalla RTS, spiega che è stato il poliziotto M. a condurre l’indagine interna: “Sono stato contattato dal poliziotto M., il quale conduceva un’indagine interna per determinare chi fosse il poliziotto nella foto. Stava conducendo questa indagine su richiesta della gerarchia della polizia di Losanna”. Il problema è che, secondo una fonte vicina al dossier, il poliziotto M. era lui stesso membro di uno dei gruppi WhatsApp contenenti messaggi razzisti. Questo spiega probabilmente il limitato successo dell’indagine interna. L’autore della foto non viene identificato e i gruppi WhatsApp non vengono denunciati.

Interpellata a riguardo, la portavoce della Città di Losanna, Amélie Nappey-Barrail, afferma che in realtà non c’è mai stata una vera indagine interna da parte della polizia. Il comandante della polizia non ha personalmente incaricato alcun agente per questa indagine. Le investigazioni si sono limitate a un semplice invito all’autodenuncia. “Nessuno ha risposto a questo invito”, spiega la portavoce.

Polizia sotto pressione a Losanna (Mise au point, RTS, 31.08.2025)

È stato infine grazie all’insistenza del legale della famiglia di Mike Ben Peter che il Ministero pubblico vodese è stato coinvolto e che ha avuto luogo un’indagine esterna. L’avvocato Simon Ntah ha presentato una denuncia contro ignoti in relazione alla foto.

Il Ministero pubblico ha quindi aperto una procedura e ha avuto inizio una vera indagine. Il procuratore incaricato del dossier ha ordinato il sequestro dei cellulari, rivelando l’ampiezza delle derive.

Gruppi WhatsApp, ma anche email professionali

Le indagini del Ministero pubblico hanno rivelato l’esistenza di due gruppi WhatsApp non ufficiali all’interno della polizia di Losanna, chiamati “Pirates F” e “Les Cavaliers”. Riunivano decine di agenti, attuali o ex. In questi spazi si scambiavano “barzellette”, immagini e commenti di natura razzista, antisemita, sessista o discriminatoria.

Secondo le ricerche della RTS, tra le conversazioni dei gruppi WhatsApp sequestrate dal Ministero pubblico vodese, si trovano diversi messaggi che lasciano intendere l’esistenza di video ben più scioccanti. Ad esempio, nel giugno 2023, pochi giorni dopo la pubblicazione sulla stampa della foto del poliziotto con il pollice alzato, un agente si preoccupa nel gruppo WhatsApp della possibile diffusione di un video girato dagli agenti: “Manca solo il video del lancio delle palline nella bocca (di un fermato) ed è il jackpot”. Questo video non compare nei documenti giudiziari e sembra essere stato cancellato. Diversi messaggi indicano che foto e altri gruppi WhatsApp sono stati probabilmente eliminati.

Questi scambi non si sarebbe inoltre limitati alle chat private. La RTS ha potuto consultare, senza conservarla, una corrispondenza professionale problematica: si tratta di un’email tra un agente e un superiore, contenente commenti degradanti, sessisti e razzisti nei confronti di una collega. L’allegato mostra la foto d’identità di una persona rom, usata per sostenere i commenti.

Questo ulteriore episodio illustra un senso di impunità tra alcuni poliziotti losannesi, dove anche i canali ufficiali possono essere usati per diffondere contenuti discriminatori. Di fronte a queste nuove informazioni, il Municipio di Losanna dichiara di non disporre di alcuna informazione al riguardo: “I documenti forniti dal Ministero pubblico si limitano agli scambi nei due gruppi WhatsApp, per i quali stiamo adottando misure. (…) Ci rimettiamo al Ministero pubblico”.

Altri quattro poliziotti sospesi

Il Municipio di Losanna, dopo i quattro agenti sospesi la scorsa settimana, ne ha sospesi altri quattro lunedì nel quadro dell’indagine sui gruppi WhatsApp razzisti e discriminatori.

Allo stesso tempo, le autorità cittadine hanno annunciato la creazione, in collaborazione con un avvocato, di una struttura che permetta ai poliziotti di parlare liberamente e in modo confidenziale.

02:20

Losanna, poliziotti sospesi per razzismo

Telegiornale 25.08.2025, 20:00

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