Persone con una cartelletta in mano che fermano i passanti chiedendo: “Vuole firmare?” Una scena che ultimamente si può vedere sempre più spesso, con l’aumento delle petizioni lanciate.
Tra le richieste, ad esempio, c’è quella di non acquistare gli aerei da combattimento F-35 oppure di non tagliare i fondi destinati al programma Gioventù+Sport. I dati del Parlamento e della Confederazione confermano che le petizioni sono attualmente di moda, anche se, dal punto di vista politico, hanno un impatto limitato.
Petizioni in aumento (Tagesschau, SRF, 09.08.2025)
Secondo Michael Hermann, esperto di politica e direttore dell’istituto di ricerca Sotomo, sono soprattutto gli ambienti di sinistra a fare affidamento sulle petizioni. “Le petizioni servono principalmente a chi le firma. Danno la sensazione positiva di aver fatto qualcosa” spiega.
Le petizioni sono anche un mezzo importante per mobilitare la base e, allo stesso tempo, raccogliere indirizzi che possono poi essere utilizzati per altre campagne.
Più petizioni dopo la pandemia
Negli anni precedenti alla pandemia, venivano presentate al Parlamento tra le 20 e le 35 petizioni all’anno. Oggi il numero è circa raddoppiato. Lo stesso andamento si osserva per le petizioni indirizzate al Consiglio federale: attualmente ne riceve circa 50-60 all’anno, comunica la Cancelleria federale.
Hermann spiega questo aumento con l’aumento dell’incertezza a livello globale. “La pandemia è stata un momento di svolta. Poi sono arrivati i conflitti in Ucraina, in Israele, a Gaza”. Molte persone si sentono impotenti, e una petizione è un modo semplice per dare un segnale politico.
Inoltre, oggi esistono strumenti facilmente accessibili per raccogliere firme online. La petizione, come valvola di sfogo del malcontento politico e strumento per raccogliere dati, continuerà quindi ad essere ampiamente utilizzata.

Locarno: firme contro il nuovo schermo
Telegiornale 08.08.2025, 12:30