Approfondimento

Le sfide di una vita a 2’000 watt

Zurigo ospita da dieci anni una cooperativa abitativa sostenibile e alcuni residenti hanno scoperto che cambiare le proprie abitudini è più difficile del previsto

  • 15 minuti fa
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L’Hunziker Areal è composto da 13 edifici

L’Hunziker Areal è composto da 13 edifici

  • Vera Leysinger / SWI swissinfo.ch
Di: Kristian Foss Brandt, Vera Leysinger (swissinfo.ch)/sf 

L’Hunziker Areal, situato in un quartiere alla periferia nord di Zurigo, sembra un normale complesso residenziale moderno. Ma in realtà è un esperimento seguito con grande attenzione. Se avrà successo, potrebbe diventare un modello per il modo in cui centinaia di migliaia di persone in tutta la Svizzera vivranno in futuro.

Costruito dieci anni fa dalla cooperativa Mehr als wohnen (“più che abitare”), il complesso si ispira al concetto di società a 2’000 watt, un modello proposto alla fine degli anni ’90 dai ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH) e successivamente adottato come parte della strategia energetica e climatica a lungo termine della Svizzera. L’idea è che ogni persona dovrebbe vivere bene utilizzando non più di 2’000 watt di energia continua, l’equivalente di circa 17’500 kilowattora all’anno, ovvero circa un terzo del consumo medio attuale di uno svizzero. La riduzione di questo numero è considerato fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici del Paese.

I 13 edifici dell’Hunziker Areal sono dotati di illuminazione e elettrodomestici a basso consumo, mentre le officine condivise e i cortili senza auto vogliono dimostrare che una vita urbana confortevole può essere anche a basso impatto energetico. “Se vuoi vivere qui, devi rinunciare all’auto”, spiega Werner Brühwiler, membro fondatore che abita all’Hunziker dal 2015. “Puoi ancora guidare, ma non puoi parcheggiare davanti alla porta di casa”.

Quasi dieci anni dopo, il complesso ha ridotto le emissioni e ispirato progetti simili in tutta la Svizzera. Secondo la sua ricertificazione 2000 watt, il quartiere genera circa 16,6 chilogrammi di CO₂ equivalente per metro quadrato, circa il 20% in meno rispetto al limite previsto dal label. Gli edifici consumano inoltre circa un quarto dell’energia di un’abitazione svizzera media, grazie a sistemi di riscaldamento, acqua calda e ventilazione efficienti.

Eppure il quartiere rivela anche quanto sia difficile cambiare abitudini radicate da una vita.

I residenti hanno imparato a vivere con meno spazio, meno auto e più servizi condivisi, e anche con le frizioni sociali che derivano dal ridefinire comfort e comodità entro i limiti del pianeta. Le lezioni del progetto vanno ben oltre Zurigo: mostrano che la sostenibilità è tanto una sfida sociale quanto tecnica.

Uschi Ringwald e Werner Brühwiler nel loro appartamento all'Hunziker Areal

Uschi Ringwald e Werner Brühwiler nel loro appartamento all'Hunziker Areal

  • Vera Leysinger / SWI swissinfo.ch

Creare nuove abitudini

Sulla carta, la cooperativa sembra raggiungere i suoi obiettivi. Utilizza il teleriscaldamento fornito dall’impianto di incenerimento dei rifiuti di Zurigo, insieme a sistemi solari termici sui tetti, mantenendo il consumo energetico per residente vicino all’obiettivo dei 2’000 watt.

Il consumo d’acqua è inferiore alla media grazie a rubinetti efficienti, lavanderie comuni e raccolta di acqua piovana per i giardini. Piccole scelte progettuali come queste rendono la sostenibilità parte della vita quotidiana, senza richiedere grandi cambiamenti consapevoli nello stile di vita.

All’Hunziker Areal però, gli ideali spesso si scontrano con le abitudini quotidiane. Ridurre il consumo di carne, ad esempio, è uno dei modi più efficaci per diminuire l’impronta di carbonio individuale, eppure la quota di residenti che mangiano poca o nessuna carne è leggermente calata.

Brühwiler si definisce flexitariano, e involontariamente, a causa di problemi di salute. “Sono stato costretto a mangiare meno carne”, racconta. “Quando mi hanno detto che dovevo ridurre, sono uscito a mangiare una salsiccia come ultimo pasto. Ma la mia compagna è la cuoca qui ed è più vegetariana, quindi mi sono abituato”.

La compagna di Brühwiler, Uschi Ringwald, spiega di aver ridotto il consumo di carne soprattutto per ragioni economiche. “Cerco di comprare il miglior cibo possibile, ma da pensionata faccio la spesa da Aldi”. Per Ringwald, il cambiamento più difficile è stato rinunciare all’auto. Anche se Zurigo dispone di uno dei sistemi di trasporto pubblico più efficienti al mondo, la città conta ancora 467 auto ogni mille abitanti, ben al di sopra di città come Copenaghen, Amsterdam o Parigi, che ne contano circa 250.

Questa piccola rinuncia può fare la differenza. Secondo l’ultimo monitoraggio, le emissioni derivanti dal trasporto privato tra i residenti dell’Hunziker Areal sono scese a sole 0,13 tonnellate di CO₂ per persona all’anno, ben al di sotto della media di Zurigo, che si aggira intorno a 0,8 tonnellate.

L’ideale comunitario e i suoi limiti

L’Hunziker Areal è stato concepito non solo come un modello di abitazioni a basso consumo energetico, ma anche come un esperimento sociale, una prova per capire se le persone potessero vivere in modo più sostenibile e più collettivo, dato che condividere spazi può essere un modo ecologicamente più sensato di abitare.

Gli edifici sono stati progettati per facilitare la vita condivisa: ogni appartamento ha la propria cucina e spazi privati, ma il complesso include anche cucine comuni, sale per eventi e officine condivise dove i vicini possono cucinare, riparare oggetti o incontrarsi.

Gli appartamenti sono compatti, con una superficie media di circa 34 m² per persona, contro i circa 39 di Zurigo e oltre 45 a livello nazionale. Meno spazio abitativo contribuisce a ridurre il consumo energetico per il riscaldamento e i materiali.

All’inizio, ricordano i residenti, il luogo era animato da entusiasmo: le persone uscivano dai propri appartamenti per socializzare, con cene settimanali, serate di cinema e progetti di giardinaggio che riempivano i cortili. Quasi dieci anni dopo, quell’intensità si è affievolita.

“All’inizio la gente era molto attiva”, racconta Ringwald, che vive qui con Brühwiler da quando il complesso è stato inaugurato. “Ora molti vogliono solo un po’ di tranquillità. Ognuno ha bisogno della propria tana”. Aggiunge che il senso di comunità esiste ancora, ma in cerchie più ristrette. “Continuiamo ad aiutarci, ma soprattutto con i vicini che conosciamo bene”.

Voli e “consumi esternalizzati” alimentano le emissioni

I residenti sono riusciti, col tempo, a separarsi dalle auto, ma una fonte di emissioni resta ostinatamente alta: i voli. Nel 2024, i viaggi aerei da soli hanno rappresentato circa 1,6 tonnellate di CO₂ per residente, più di otto volte tutte le altre forme di trasporto messe insieme.

E la Svizzera ha un’altra fonte di emissioni difficile da ridurre: gran parte dei prodotti realizzati all’estero, come abbigliamento, elettronica, materiali da costruzione e alimenti. Una volta conteggiata questa energia “nascosta”, l’impronta di ciascun residente aumenta sensibilmente, spiega Evangelos Panos, esperto energetico del Paul Scherrer Institute. “La Svizzera può raggiungere la neutralità climatica entro i propri confini. Ma continua a esternalizzare una quota significativa della sua impronta di carbonio attraverso beni, combustibili e materiali importati”.

Qui, però, i residenti dell’Hunziker hanno adottato piccoli ma significativi accorgimenti. Il rapporto sulla sostenibilità del complesso evidenzia che tendono a consumare meno della media svizzera e si accontentano di fare meno acquisti nuovi. Molti scelgono mobili di seconda mano, riparano ciò che possono o condividono elettrodomestici negli spazi comuni.

“Quartieri come Hunziker o Kalkbreite a Zurigo dimostrano che una vita a basso consumo energetico e di alta qualità oggi è possibile”, afferma Panos. “Riducono le emissioni quotidiane pro capite da riscaldamento, elettricità e mobilità di circa il 60% rispetto alla media svizzera”. Resta però difficile estendere il modello. “Nelle aree urbane dense è fattibile; nelle regioni rurali, la dipendenza dall’auto e le infrastrutture disperse lo rendono complicato” aggiunge. Panos sottolinea: “La vera sostenibilità non significa solo energia pulita, ma anche circolarità e sobrietà. La tecnologia farci fare gran parte del percorso, ma il cambiamento nello stile di vita è ancora importante”.

Vista interna del condominio. Un aspetto particolare dell'edificio sono le finestre dal corridoio in ogni appartamento

Vista interna del condominio. Un aspetto particolare dell'edificio sono le finestre dal corridoio in ogni appartamento

  • Vera Leysinger / SWI swissinfo.ch

Vivere entro i limiti del pianeta

In piedi nel cortile dell’Hunziker, circondati da spazi verdi condivisi e rastrelliere per biciclette, è facile immaginare come potrebbe essere un futuro a basse emissioni. Gli edifici sono sobri, luminosi ed efficienti. Anche qui, le abitudini formate in una vita cambiano lentamente, ma la struttura della quotidianità spinge le persone verso la moderazione.

“L’altro giorno sul tram, una giovane coppia diceva che volerà a Londra per lo shopping di Natale”, racconta Ringwald, che ha rinunciato ai viaggi aerei. “Ho pensato a quanto volare sembri ancora normale per molti di noi. L’aeroporto è proprio dietro l’angolo; gli aerei arrivano ogni minuto. È difficile cambiare abitudini che un tempo sembravano così naturali”.

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Immagine d'archivio

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  • Tipress
  • Antonio Bolzani
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