Approfondimento

Sempre più allergici ai pollini

Il problema riguarda una persona su cinque in Svizzera, ma secondo l’OMS entro il 2050 potrebbe interessare la metà della popolazione mondiale

  • Oggi, 05:48
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La stagione dei pollini inizia sempre prima e dura più a lungo

  • Keystone
Di: Flore Amos (RTS)/sf 

Nicolas Trombert soffre di una grave allergia ai pollini, il colmo per un fioraio. Nel suo giardino a Fully, in Vallese, elenca tutti i sintomi ai microfoni della RTS: “Ho il naso che prude e gli occhi che lacrimano, il che mi impedisce di dormire la notte. La mia gola è infiammata e mi dà fastidio, con starnuti. Ovviamente, altrimenti non sarebbe divertente”, ironizza.

Il suo calvario, spiega, negli ultimi anni inizia sempre prima e finisce sempre più tardi. Impossibile in queste condizioni comporre i suoi bouquet senza medicinali. Il floricoltore deve assumere antistaminici durante tutta la stagione.

La battaglia contro i pollini (Mise au point, RTS, 15.06.2025)

Bernard Clot, che ha sofferto di allergia per anni, ha dedicato la sua carriera allo studio dei pollini. Il biometeorologo ha sviluppato la rete nazionale di previsioni dei pollini di MeteoSvizzera, una prima mondiale. Quindici sensori distribuiti su tutto il territorio forniscono, quasi in tempo reale, dati sulle concentrazioni di pollini nell’aria. Questi vengono analizzati con l’aiuto di un’intelligenza artificiale e sono disponibili sotto forma di mappe quasi in tempo reale.

Dopo più di 30 anni di osservazione, Clot constata un aumento dei pollini nell’aria. Gli studi scientifici indicano un responsabile: il cambiamento climatico.

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La stazione di misurazione dei pollini a Payerne

  • RTS

Il problema delle specie invasive

“Il cambiamento climatico influenza la vegetazione. La fioritura inizia prima e potenzialmente finisce più tardi. La stagione dei pollini si allunga”, spiega il biometeorologo. “Vengono prodotti anche più pollini se c’è più anidride carbonica nell’atmosfera. E infine, poiché fa più caldo, nuove specie provenienti dal sud o da altrove possono stabilirsi da noi, in particolare se vengono attivamente piantate nei giardini, con maggiori rischi di esposizione a nuovi allergeni”, precisa.

Alcune specie invasive sono oggetto di particolare attenzione, come l’ambrosia, un’erbaccia altamente allergenica proveniente dal Nord America. Questa pianta invasiva viene tracciata e sradicata nei campi per evitare che si diffonda.

Una sfida per i professionisti della salute

Oltre alle quantità di pollini, il cambiamento del clima aumenterebbe anche la loro aggressività. Al CHUV, il servizio di allergologia è saturo. Bisogna attendere fino a nove mesi per avere un appuntamento.

“Se la concentrazione di pollini aumenta, il nostro sistema immunitario ha più probabilità di riconoscerli come estranei e di sviluppare allergie”, sottolinea Yannick Muller, medico al servizio di immunologia e allergia del centro ospedaliero vodese. Un altro fattore è l’inquinamento che disturba le nostre difese contro gli allergeni, aggiunge.

Il settore sanitario dovrà adattarsi all’aumento del numero di persone sensibili ai pollini. “Al CHUV, formiamo un allergologo all’anno. Dobbiamo riflettere seriamente su come assorbiremo tutte le richieste”, afferma Muller.

Le città a confronto con i pollini

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Gli alberi in ambiente urbano sono uno strumento per combattere le ondate di calore

  • RTS

I pollini stanno diventando un parametro da considerare anche nella pianificazione urbana. Alcune città si stanno organizzando per affrontare questa nuova realtà. È il caso di Basilea, dove il 20% dei 28’000 alberi è allergenico. Sebbene sia vietato abbatterli, le autorità tengono conto di questo fattore, tra gli altri, quando ne piantano di nuovi.

“Il nostro obiettivo è offrire un patrimonio arboreo diversificato, sicuro e che migliori la qualità della vita”, afferma Jean-Luc Obermeyer, del servizio parchi e giardini.

La città renana prevede di piantare 500 nuovi alberi ogni anno per contrastare il calore. Obermeyer sottolinea che la gamma di alberi considerati neutri dal punto di vista dei pollini è “immensa”. Con un limite, precisa il funzionario: la specie deve essere adatta all’ambiente urbano, in un contesto di cambiamento climatico.

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