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“Il nucleare iraniano ha perso due anni”

Per il Pentagono è questo il risultato raggiunto dai bombardamenti USA

  • Ieri, 22:58
centrale nucleare iraniana

Il sito nucleare iraniano, nei pressi di Isfahan, in un'immagine del 2005

  • Keystone
Di: Agenzie/RP 

“Indietro di due anni”. Per il Pentagono non ci sono dubbi, la pioggia di bombe statunitensi che lo scorso 21 giugno ha colpito l’Iran ha permesso di ritardare il programma nucleare della Repubblica islamica di almeno due anni. Tre le basi che in quella notte erano state bombardate, con in tutto dodici ordigni del peso di oltre 13 tonnellate ciascuno. Per il presidente statunitense Donald Trump il nucleare iraniano, e il suo processo di arricchimento, erano stati del tutto azzerati da quell’operazione militare, “abbiamo messo fine alle ambizioni nucleari di Teheran, almeno per un certo periodo tempo”, aveva affermato nelle ore successive al bombardamento.

Ricordiamo che per Rafael Grossi - direttore dell’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica - il regime di Teheran sarebbe ancora in grado di riprendere il proprio programma di arricchimento, e questo nel giro di pochi mesi. “Non si può dire che tutto sia scomparso e che non ci sia più niente”.

Sta di fatto che la stessa AIEA non potrà più ispezionare i siti nucleari iraniani, visto che proprio oggi, 2 luglio, il governo di Teheran ha annunciato la sospensione della sua cooperazione con la stessa Agenzia atomica, e questo in seguito al conflitto iniziato da Israele, a cui si sono poi aggiunti gli Stati Uniti. “Abbiamo il diritto legittimo di arricchire l’uranio a scopi civili”, ha fatto sapere il regime degli Ayatollah. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Israele ma che preoccupa anche diverse cancellerie occidentali. Per la Germania del Cancelliere Friedrich Merz si tratta di “un segnale disastroso”.

02:25

Iran, danni limitati al nucleare

Telegiornale 25.06.2025, 20:00

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