Intervista

“La Svizzera mantenga la sua tradizione umanitaria”

Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, confida nei finanziamenti elvetici all’agenzia e respinge ancora una volta le accuse di Israele

  • 24 maggio, 21:16
  • 25 maggio, 11:59

UNRWA, parla il direttore Lazzarini

Telegiornale 24.05.2024, 20:00

Di: Emiliano Bos

“La Svizzera mantenga la sua tradizione umanitaria e non prenda decisioni percepite come anti-palestinesi”. A dirlo ai microfoni della RSI è Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i palestinesi. Nel quartier generale di Gerusalemme Est, il diplomatico svizzero parla anche delle operazioni dell’UNRWA interrotte a Rafah e delle accuse di Israele contro l’agenzia che hanno avuto un peso sui finanziamenti.

“Non è stata solo l’UNRWA a sospendere le operazioni ma l’insieme delle organizzazioni umanitarie dell’ONU, per il semplice fatto che non ci sono più approvvigionamenti dallo scorso 6 maggio, che coincide con la data dell’offensiva militare israeliana a Rafah”

Le condizioni umanitarie nella Striscia restano catastrofiche. Ci sono 8-900’000 sfollati. L’agenzia che lei dirige contava 13’000 collaboratori. Come fate dopo oltre 8 mesi di guerra ad assistere i civili?

“Oggi possiamo contare su circa tre-quattro mila collaboratori attivi quotidianamente, malgrado quello che hanno subito con le loro famiglie, che sono loro stessi sfollati, che hanno perso la propria casa e che debbano lottare per sopravvivere”.

A gennaio Israele ha accusato 12 di questi collaboratori di essere terroristi di Hamas che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre. Voi avete lanciato un’indagine interna. A che punto siete?

“Abbiamo licenziato questi dipendenti, abbiamo chiesto un’inchiesta per valutare il comportamento di questi collaboratori, e abbiamo rivisto tutti i meccanismi di gestione e rischio dell’organizzazione. Tra i 12 indiziati, 1 persona è stata – diciamo – scagionata, per altre 4 l’inchiesta è stata sospesa perché non ci sono più informazioni su di loro, per gli 8 rimanenti l’inchiesta prosegue”.

In risposta a queste accuse molti donatori – tra cui la Svizzera – avevano sospeso gli aiuti all’UNRWA. Hanno ricominciato a sostenervi sul piano economico?

“Oggi tutti questi paesi hanno ripreso il loro sostegno, tranne gli Stati Uniti – che hanno annunciato una sospensione fino a marzo 2025 – e il Regno Unito. Nel frattempo tutti i Paesi europei – che tradizionalmente ci sostenevano – hanno ripreso o aumentato i contributi all’agenzia”.

La Svizzera invece è in una posizione intermedia: il Consiglio federale ha raccomandato al Parlamento di approvare uno stanziamento di 10 milioni di dollari dei consueti 20 milioni all’anno.

“L’UNRWA è un tema che divide in Svizzera: il mio appello è stato e continua ad essere: continuate la vostra tradizione umanitaria. Nell’ambito della guerra in corso tra Israele, Hamas e i palestinesi, tutte le decisioni potrebbero essere percepite come ‘decisioni politiche’: spero che la Svizzera ‘ufficiale’ non prenderà questo tipo di decisioni, perché sarebbe un messaggio negativo per la popolazione palestinese”.

Israele le ha negato l’accesso alla Striscia di Gaza e ha accusato l’UNRWA di essere – citiamo – “essenziale per l’apparato terroristico di Hamas”. Lei cosa risponde?

“Sono dichiarazioni assolutamente oltraggiose, senza dubbio. UNRWA e l’ONU sono già stata attaccate nella Striscia di Gaza: solo dell’UNRWA, oltre 190 dipendenti uccisi, le nostre strutture sono state attaccate, danneggiate, degli sfollati sono stati uccisi all’interno dei nostri spazi. Alcuni dei nostri convogli sono stati attaccati, parte delle nostre infrastrutture sono state usate ai fini militari sia dall’esercito israeliano che da Hamas e per altri gruppi armati palestinesi.”

Come considera questo atteggiamento verso l’ONU?

“C’è stata una totale mancanza di rispetto dell’ONU, dell’azione umanitaria e di fatto del diritto internazionale umanitario. Per questo motivo ho rivolto ripetuti appelli agli Stati membri dell’ONU a non solo condurre un’inchiesta, ma anche a garantire che tutti i responsabili non restino impuniti”.

Anche qui a Gerusalemme Est la vostra sede è stata assaltata da giovani estremisti israeliani e coloni.

“Al momento abbiamo problemi qui a Gerusalemme Est con gruppi di giovani accompagnati da coloni, estremisti, incitati a volte da esponenti della municipalità di Gerusalemme. Sono venuti ad incendiare e lanciare pietre gridando: “Bruciamo l’ONU”. È importante reagire, per evitare che questo diventi la nuova normalità.”

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