Al terzo giorno di conflitto aperto tra Israele e Iran, le forze israeliane hanno bombardato questa mattina all’alba siti militari e depositi di carburante in Iran, soprattutto vicino a Teheran, dove le autorità hanno deciso che le moschee, le stazioni della metropolitana e le scuole verranno aperte come rifugi di emergenza per i civili.
L’esercito israeliano ha detto di avere colpito 80 obiettivi a Teheran con una cinquantina di aerei da caccia. Un drone ha colpito la sede della polizia a Teheran, nel pieno centro cittadino. Un comunicato iraniano parla di diversi poliziotti feriti e danni materiali minori. Dall’inizio delle ostilità, venerdi, sono stati colpiti oltre 170 obbiettivi, affermano le forze armate.
L’Iran ha risposto ieri sera e oggi con lanci di missili. Alcuni sono sfuggiti allo scudo antimissile, facendo 10 vittime.
Il bilancio provvisorio in Israele è di almeno 13 morti e oltre 200 feriti, dall’inizio delle ostilità, secondo la polizia e i servizi di soccorso. In Iran almeno 128 persone sono morte, tra cui un numero imprecisato di donne e bambini, mentre circa 900 sono state ferite, indica la stampa locale citando fonti del ministero della sanità.
La crisi in Medio Oriente è diventata il principale tema del vertice del G7 che si apre questa sera a Kananaskis, in Canada.
Intanto, con un post sui social, Trump appella le parti a intendersi. “L’Iran e Israele dovrebbero raggiungere un accordo, e lo faranno, proprio come hanno fatto India e Pakistan”, scrive il presidente USA, parlando di un susseguirsi di telefonate e incontri. Parlando alla rete televisiva ABC Trump non ha escluso che gli Stati Uniti si implichino nel conflitto, sottolineando che al momento non lo sono.
Gli iraniani dal canto loro affermano invece di avere “prove solide” del coinvolgimento già in corso di forze e basi americane nella regione in sostegno agli attacchi di Israele.