Di Emiliano Guanella
Dopo una campagna elettorale senza esclusione di colpi oggi 32 milioni di argentini dovranno decidere nel primo ballottaggio della storia chi sarà il prossimo presidente. La disputa fra il candidato del governo Daniel Scioli e l’oppositore Mauricio Macri è molto incerta e nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli attacchi fra i due alla caccia dei voti degli indecisi, che secondo gli ultimi sondaggi, sarebbero circa il 10%. Scioli, scelto dalla presidente Cristina Kirchner per continuare un progetto di governo iniziato nel 2003, ha superato un mese fa il suo sfidante di un milione di voti, ma la differenza fra i due ora sembra minima; considerando proprio l’alto numero di indecisi, tutto può succedere. I due si sono affrontati in un unico dibattito televisivo nell’aula magna della Facoltà di Legge della prestigiosa Università di Buenos Aires (UBA). Un’ora di accuse reciproche e di inviti al voto trasmessi da tutti i principali canali locali con record d’ascolti mai visti finora, segnale dell’interesse per un’elezione che potrebbe segnare una svolta storica in Argentina e nel resto del Sudamerica.
Materiale promozionale per le elezioni in Argentina
La “dinastia” dei Kirchner, prima Nestor (2003-2007) e poi per due mandati consecutivi la moglie Cristina Fernandez, ha segnato con una forte impronta la recente storia argentina. Il loro progetto “nazionale e popolare”, come amano definirlo, è stato caratterizzato da una forte spesa pubblica destinata a programmi sociali e assistenziali, da un rigido protezionismo con blocco delle importazioni e controllo statale del cambio della moneta locale, il peso, col dollaro e da un intenso rafforzamento della propaganda ufficiale e del sistema dei media pubblici o alleati al governo. L’opposizione punta il dito sui numerosi episodi di corruzione del governo e sulla stagnazione di un’economia che oggi appare chiusa e paralizzata per la mancanza d’investimenti stranieri per infrastrutture e grandi opere. Dal comando di campagna di Scioli si accusa invece Macri di essere un rappresentante del neoliberalismo selvaggio; la sua eventuale vittoria sarebbe un tuffo negli anni Novanta, quando l’Argentina svendette le imprese pubbliche distruggendo di fatto l’industria nazionale con ampie sacche di disoccupazione e povertà, fino alla pesante crisi e al default della fine del 2001. Il paese è diviso, con posizioni molto radicali in entrambi gli schieramenti; lo si nota soprattutto sui social media, pieni di video di denuncia o di appoggio a uno dei candidati. Diverse personalità della cultura (attori, musicisti, registi) sono scesi in campo a favore di Scioli e sono comparsi anche dei video che ritraggono dei piccoli imprenditori impegnati a convincere in fabbrica i propri dipendenti a votare per il candidato del governo (
https://www.youtube.com/watch?v=zg5IxACnT-4). I risultati ufficiali saranno resi noti domenica sera, notte in Svizzera, mettendo fine a quella che a Buenos Aires è già stata definita come la campagna elettorale più lunga e combattuta della storia.
CAMPAGNA SCIOLI http://www.danielscioli.com.ar/
CAMPAGNA MACRI http://cambiemos.com/
REGISTRO ELETTORALE http://www.elecciones.gob.ar/
RISULTATI IN TEMPO REALE http://elecciones.gob.ar/articulo_princ.php?secc=2&sub_secc=57
RG 12.30 del 22.11.2015 La corrispondenza di Emiliano Guanella
RSI Info 22.11.2015, 14:16
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