Un recente studio pubblicato sulla rivista Archaeometry riaccende il dibattito sull’autenticità della Sindone di Torino, il celebre lenzuolo di lino conservato nel Duomo torinese, sul quale si vede l’immagine di un uomo. La ricerca condotta dall’esperto brasiliano Cicero Moraes, basata su simulazioni 3D, sostiene che l’immagine non sarebbe il risultato del contatto diretto con un corpo umano, ma piuttosto la stampa di un tessuto steso su una scultura a bassorilievo.
Lo studio ha messo a confronto due scenari virtuali: nel primo, un lenzuolo è stato drappeggiato su un modello di corpo umano tridimensionale; nel secondo, lo stesso tessuto è stato posizionato su una scultura in bassorilievo. I risultati indicano che la seconda simulazione corrisponde quasi perfettamente all’immagine osservata sulla Sindone, mentre il primo scenario produce un’immagine più distorta.
Questa ipotesi, tuttavia, ha incontrato una netta presa di posizione da parte della Curia di Torino. Il cardinale Roberto Repole, custode pontificio della Sindone, ha rilasciato una nota in cui stigmatizza “la superficialità di certe conclusioni, che spesso non reggono a un esame più attento del lavoro presentato”. Il cardinale ha sottolineato come il custode non intenda entrare nel merito delle ipotesi formulate, soprattutto quando queste sono basate su studi che non integrano le numerose analisi fisiche e chimiche già effettuate sul Sacro Lino.
Il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone ha pubblicato un comunicato ufficiale che risponde dettagliatamente alle affermazioni di Moraes. Il Centro riconosce che “i modelli digitali possono contribuire alla riflessione”, ma ricorda che essi “non sostituiscono l’analisi fisica e chimica del reperto, la quale finora ha escluso la compatibilità dell’immagine con metodi pittorici, contatto con bassorilievo o strinatura da bassorilievo caldo”.
Inoltre, il comunicato sottolinea un’importante criticità tecnica nella simulazione 3D: “Il modello digitale non prevede un piano di appoggio. Sotto il corpo c’è vuoto, come se fosse sospeso nello spazio, condizione che influenza il comportamento simulato del tessuto e non corrisponde a un contesto fisico reale. L’inserimento di un piano rigido su cui il corpo fosse appoggiato avrebbe modificato in modo significativo il risultato”.
In conclusione, il cardinale Repole ribadisce la necessità di mantenere un atteggiamento critico e prudente verso “le nuove ‘rivelazioni’ sulla Sindone, spesso lanciate con clamore mediatico, ma senza il dovuto rigore scientifico”. L’invito è quello di non perdere mai di vista la complessità del reperto e l’importanza di un approccio multidisciplinare, che tenga conto sia della fede sia delle evidenze scientifiche consolidate.
27.09.2018: Riaperta la Cappella della Sacra Sindone di Torino
RSI Telegiornale 27.09.2018, 22:51