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Arrestata in Israele la procuratrice militare che ha denunciato abusi

Il caso della diffusione del video sulle violenze contro un detenuto palestinese nel 2024 scuote i vertici giudiziari e minaccia l’indipendenza della magistratura

  • 3 novembre, 18:54
  • 3 novembre, 20:49
Yifat Tomer-Yerushalmi
04:07

Israele: arrestata la procuratrice capo dell'esercito

SEIDISERA 03.11.2025, 18:00

  • AP Photo/Oren Ben Hakoon
Di: SEIDISERA/Naima Chiecherio/sdr 

In Israele è stata arrestata la procuratrice capo dell’esercito (IDF) Yifat Tomer-Yeroushalmi. Era sotto inchiesta per aver fatto trapelare lo scorso anno un video che mostrava gravi abusi su un palestinese compiuti da 5 soldati israeliani a Sde Teiman. Quest’ultimo è un carcere di massima sicurezza già al centro anche di alcune inchieste giornalistiche che hanno documentato condizioni di detenzione indegne e torture. 

Nella sua lettera di dimissioni pubblicata venerdì dalla stampa, l’ex magistrato militare ha ammesso la diffusione del video ai media ed era poi scomparsa brevemente domenica, scatenando speculazioni pure su un possibile tentativo di suicidio. Lunedì, il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha riferito del suo arresto durante la notte in un messaggio diffuso su Telegram. Diversi media israeliani hanno poi riferito che un tribunale di Tel Aviv aveva deciso di prolungare la sua detenzione fino a mercoledì. Secondo l’emittente radiotelevisiva pubblica Kan, Tomer-Yeroushalmi dovrà rispondere di “abuso d’ufficio, intralcio alla giustizia e divulgazione di informazioni da parte di un funzionario pubblico”. Anche un altro membro della procura militare è stato coinvolto con lei”.

L’accusa di maltrattamenti e abusi sul detenuto palestinese

I fatti sono avvenuti il 5 luglio 2024 durante una perquisizione del detenuto condotto in una zona adiacente alla prigione, bendato, ammanettato alle mani e alle caviglie per poi essere picchiato duramente e accoltellato. Il caso ha suscitato un’ondata di indignazione internazionale e aumentato la pressione sui leader politici e militari israeliani. I militari furono interrogati ma nessuno dei cinque imputati è al momento sotto custodia e il fatto che il ministro della Difesa Israel Katz parli di calunnie non porta a pensare che saranno presi dei provvedimenti esemplari. 

“Ogni volta che abbiamo un ragionevole sospetto su atti di violenza contro qualsiasi detenuto - palestinese o meno - ha riferito la procuratrice, siamo tenuti a indagare”. Questo principio in Israele, ha proseguito, sta però venendo meno. Ci sono sempre più persone che tollerano o peggio che incoraggiano maltrattamenti in carcere. Sono logiche che scattano nei paesi in guerra contro i nemici. Per due anni, rivela, “la mia unità è stata attaccata da una campagna di delegittimazione. Ho subito attacchi personali, insulti e minacce. Ho mostrato, ha riferito ancora, che il dipartimento legale delle forze armate, invece è trasparente”.

Una fuga di notizie che non piace a Netanyahu

La prima conseguenza diretta è la sostituzione di Yifat Tomer Yeroushalmi. Però non è l’unico pezzo dell’impianto giudiziario che ha ripercussioni, perché si punta il dito anche contro un’altra figura della giustizia, ossia la procuratrice generale di Israele, e parliamo qui di giustizia non militare ma civile. È tanto tempo che il governo cerca di silurare la procuratrice Gali Baharav-Miara, che si opponeva alla riforma giudiziaria di Netanyahu, verso il quale è sempre stata molto critica e quindi anche molto scomoda. La si accusava di non permettere al governo di fare il proprio lavoro e ora la si accusa anche di aver insabbiato la vicenda perché non ha fatto arrestare la procuratrice militare, non le ha sequestrato i telefoni, non l’ha interrogata. Insomma, questa vicenda potrebbe risolversi con la rimozione di due donne, fra le più alte cariche della giustizia israeliana, a favore di procuratori più in linea con il governo di Netanyahu. 

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