La ministra italiana della Giustizia Annamaria Cancellieri si è presentata oggi, martedì, in aula a Palazzo Madama per chiarire la sua posizione in merito alla concessione degli arresti domiciliari per Giulia Ligresti, di cui è amica di famiglia da molto tempo.
“Non ho mai sollecitato la sua scarcerazione e non ho mai indotto altri ad agire in tal senso”, ha dichiarato la guardasigilli al Senato della Repubblica. “La sua uscita dal carcere – ha aggiunto - non è avvenuta per effetto della mia ingerenza, ma per indipendente decisione della Magistratura torinese, come affermato più volte dal suo procuratore capo”.
La donna era detenuta perché accusata, insieme ai famigliari, per il falso in bilancio di Fonsai, una compagnia assicurativa con sede a Torino e di cui il figlio della stessa Cancellieri, Piergiorgio Peluso, è stato direttore generale per circa un anno. La vicenda ha avuto ramificazioni anche in Ticino, avendo gli stessi Ligresti beni depositati in Svizzera ed avendo uno dei componenti della famiglia, Paolo Ligresti, il passaporto elvetico.
Il membro dell’Esecutivo di Enrico Letta, in risposta alle critiche di chi le ha rinfacciato che non tutti i detenuti possono comunicare direttamente con un ministro e che molti di essi muoiono ogni giorno nelle carceri, ha dichiarato che “questo è vero”, ma che nessuno più di lei avverte questa “disparità di condizioni” e che “ogni decesso in detenzione è una sconfitta per lo Stato”. Annamaria Cancellieri aveva precedentemente dichiarato di aver esclusivamente sensibilizzato la Magistratura sulle precarie condizione di salute della detenuta. Analoghe segnalazioni, come ribadito oggi al Senato, sono state fatte in decine di altri casi.
Al temine del suo intervento, poi riproposto alla Camera dei deputati, si è levato un applauso quale reazione unanime di PD, PdL e Scelta Civica. Hanno applaudito anche il premier Enrico Letta ed i ministri dai banchi di Governo. Braccia incrociate invece per Lega e Movimento 5 Stelle, che hanno accolto con freddezza le sue parole.
ANSA/LudoC.