Nel 1929, sette anni prima di morire, Federico Garcia Lorca scriveva questi versi premonitori: “Poi ho capito che ero stato assassinato. Mi hanno cercato nei caffè, nei cimiteri e nelle chiese. Hanno aperto le botti di vino e gli armadi. Hanno devastato tre scheletri per cavare l'oro dei loro denti. Ma non mi hanno trovato. Non mi hanno mai trovato? No. Non mi hanno mai trovato.”
I resti del poeta sono stati gettati sulle colline che sovrastano Granada. Ma malgrado numerose ricerche non sono mai stati ritrovati. Le ricerche si fanno sempre più difficili nelle oltre 2000 fosse comuni sparse nel Paese anche perché i testimoni sono ormai quasi tutti morti. Di Garcia Lorca restano le poesie, le fotografie, la casa-museo di Fuente Vaqueros. Ed è ciò che conta. Ma l’uomo è “corporale”: se non vede, se non tocca, non si capacita della morte.





