È passato mezzo secolo dalla morte del dittatore spagnolo Francisco Franco. Il generale capitanò la ribellione contro la Repubblica nel 1936 e arrivò al potere anche grazie al supporto del nazista Adolf Hitler e del fascista Benito Mussolini. Con la sua capacità di trasformismo sopravvisse alla Seconda Guerra Mondiale e morì nel suo letto, il 20 novembre 1975. Fu artefice di una dittatura costruita su un numero impressionante di morti, più di 110’000 tra quelli della Guerra civile spagnola (1936-1939) e quelli della repressione che ne seguì.

Adolf Hitler e Francisco Franco (Hendaye, Francia, 22 ottobre 1940)
Cinquant’anni dopo la morte del “caudillo de España”, il Paese resta spaccato in due: da una parte chi commemora il ritorno alla libertà e l’inizio del periodo più prospero della sua storia recente, dall’altra quanti si fanno promotori di un revisionismo storico, tra amnesie e polemiche. Secondo il centro di ricerche sociologiche statale Cis, ben il 17% dei giovani ritiene la democrazia “peggiore” o “molto peggiore” della dittatura franchista, (dittatura che non hanno mai vissuto). Percentuale che schizza al 61% fra gli elettori dell’ultra-destra di Vox.
I nostalgici del regime, durato ben 40 anni fino alla Costituzione democratica del 1978, assieme alla Fundacion Nacional Francisco Franco - (una delle fondazioni su cui è aperto un procedimento di scioglimento in base alla legge sulla Memoria Democratica, approvata nel 2022 per evitare l’apologia della dittatura) - annunciano eventi per commemorare il caudillo il 23 novembre, in concomitanza con una riunione a Madrid di organizzazioni nazionaliste europee di estrema destra. E lodi a Franco non sono mancate dal precedente re, Juan Carlos, protagonista di polemiche anche per la pubblicazione in Francia della sua biografia “Reconciliacion”. Intanto Vox e frange del Partido Popular continuano a protestare contro la legge per la Memoria Democratica, volta a “riparare il debito storico” verso le vittime del regime.
Sul fronte opposto, con lo slogan: “Spagna in libertà. 50 anni”, il governo progressista ha promosso eventi per l’anniversario. Il premier Pedro Sanchez (Partito Socialista Operaio Spagnolo), ha dichiarato che “la democrazia non è caduta dal cielo”, ma “è stata il frutto della lotta degli spagnoli e delle spagnole, della gente comune, dei pedoni della storia”.
Il bombardamento di Guernica e la brutale dittatura di Franco
Nel luglio 1936, Francisco Franco è uno dei principali cospiratori della sollevazione militare contro la Repubblica. Il caudillo viene sostenuto da Hitler e Mussolini (tra le innumerevoli atrocità, i bombardieri dei nazisti tedeschi, distruggono Guernica, nei Paesi Baschi, prima città al mondo a subire un bombardamento, crimine contro l’umanità immortalato nel famoso dipinto di Picasso). Franco vince la Guerra civile nel 1939, schiacciando i repubblicani: tre anni di conflitto, segnati da atrocità e da centinaia di migliaia di morti. Il caudillo prende il comando di un Paese in rovina, colpito da carestia ed epidemie. Sebbene eviti di partecipare alla Seconda Guerra Mondiale, le sue simpatie per l’Asse gli varranno l’ostracismo dei vincitori fino all’ingresso della Spagna nell’ONU (1955).

"Guernica" di Picasso, uno dei dipinti più famosi al mondo, ricorda il bombardamento nazi-fascista sulla città spagnola
La feroce repressione franchista
Durante i suoi primi 5 anni al potere, il regime franchista fa giustiziare decine di migliaia di persone. I corpi gettati in fosse comuni. Il numero di scomparsi durante la Guerra civile e negli anni successivi è stimato in oltre 110.000, secondo stime ufficiali. Inoltre mezzo milione di persone prende la via dell’esilio, i loro beni sequestrati. Sostenuto dai grandi proprietari terrieri e dalla borghesia industriale e finanziaria, nei suoi primi anni il regime beneficia dell’avversione di molti spagnoli per le violenze anti-religiose dei repubblicani durante il conflitto.

Una fossa comune. Ogni anno spedizioni di scavo cercano i resti delle vittime. La dittatura franchista rimase al potere dal 1939 per 40 anni (El Estepar, Spagna 26/7/2014)
Fra i corpi mai ritrovati o identificati, anche quello del grande poeta Federico Garcia Lorca
Il traffico dei bimbi figli degli oppositori
Inizia anche un traffico per sottrarre i bimbi agli oppositori. Non mancano le accuse di complicità del clero cattolico; i bimbi vengono tolti ai genitori dopo il parto, dichiarati morti e adottati da coppie, preferibilmente vicine al regime. Riguarda migliaia di neonati, secondo le associazioni; a partire dagli anni ‘50 coinvolgerà bimbi nati fuori dal matrimonio o in famiglie povere o molto numerose.
Crimini impuniti
Franco muore il 20 novembre 1975. Juan Carlos, successore designato dal 1969, viene proclamato re due giorni dopo. Segue una transizione verso la democrazia con elezioni nel 1977 e la Costituzione del 1978. Una legge di amnistia del 1977, impedisce azioni legali contro gli oppositori di Franco ma anche contro i rappresentanti del regime. Così i tentativi di indagare sui crimini del franchismo saranno rarissimi e non avranno successo.
Il giudice Baltasar Garzòn provò ad aprire un'inchiesta, bloccata però in virtù dell'amnistia del 1977. Qui la protesta dei suoi sostenitori
Modem del 19.11.2025






