L’ultraconservatore Jose Antonio Kast è il presidente eletto in Cile. Secondo dati pubblicati dal Servizio Elettorale ufficiale (Servel), con l’83% delle schede scrutinate Kast è in testa con il 58,61% delle preferenze, con circa 20 punti di scarto sulla candidata di sinistra Jeannette Jara (41,39%), che ammette la sconfitta. “La democrazia si è espressa in modo forte è chiaro. Ho appena parlato con il presidente eletto José Antonio Kast per augurargli il successo per il bene del Cile”, ha dichiarato.
Kast ha vinto anche puntando sul timore degli elettori per l’aumento della criminalità e dell’immigrazione. Porta il Paese alla più drastica svolta a destra dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet (nel 1990), dittatura responsabile di decine di migliaia di morti.
Kast, arriva alla presidenza a 59 anni e al terzo tentativo di insediarsi nel palazzo de ‘La Moneda’. Gli elettori cileni, preoccupati dalla crescente presenza delle gang venezuelane e dal progressivo incremento del tasso di omicidi, hanno ampiamente premiato la sua ricetta di pugno di ferro contro la delinquenza e l’immigrazione clandestina. Nell’ultimo dibattito televisivo il leader Repubblicano aveva promesso la chiusura delle frontiere e aveva dato 92 giorni di tempo ai residenti illegali per lasciare il Paese, esattamente il tempo che intercorre tra il ballottaggio e l’insediamento alla presidenza, l’11 marzo. Le sue parole avevano immediatamente scatenato una crisi al confine settentrionale con il Perù, dove si erano riversati centinaia di migranti, principalmente venezuelani, in cerca di rifugio nel Paese vicino.
Sebbene il Cile rimanga uno dei Paesi più sicuri dell’America Latina, negli ultimi anni i crimini violenti sono aumentati a causa del radicamento dei gruppi criminali organizzati, che hanno approfittato dei confini desertici settentrionali del Paese, porosi e confinanti con i vicini produttori di coca Perù e Bolivia, dei principali porti marittimi internazionali e dell’ondata di migranti, vulnerabili al traffico di esseri umani e allo sfruttamento sessuale.
Kast è stato un sostenitore della linea dura. Oltre all’espulsione di tutti i migranti presenti illegalmente nel Paese, ha proposto la costruzione di muri di confine e l’invio dell’esercito nelle zone ad alto tasso di criminalità.
La sua vittoria segna l’ultimo successo della rinascita della destra in America Latina. Si unisce a Daniel Noboa in Ecuador, Nayib Bukele in El Salvador e Javier Milei in Argentina. A ottobre, l’elezione del centrista Rodrigo Paz ha posto fine a quasi due decenni di governo socialista in Bolivia.

Presidenziali Cile, ballottaggio tra due candidati agli antipodi
Telegiornale 14.12.2025, 20:00





