Entrare nella “Buffer Zone” a Nicosia (Cipro) - specialmente per chi come me è nato negli anni ‘70 del 1900 e, più precisamente, proprio nell’anno della guerra (1974) - è come varcare la soglia di una macchina del tempo. La parte di città rimasta incastrata in questo lembo di terra che separa i turco-ciprioti dai greco-ciprioti (che una volta vi convivevano) risulta congelata al momento di quell’estate in cui molti residenti persero la vita o furono evacuati. Proprio allora le Nazioni Unite - per ristabilire l’ordine in città e su tutta l’isola - crearono questa zona cuscinetto che per 180 km, attraversando anche Nicosia, separa la Repubblica di Cipro dall’auto-proclamata (1983) Repubblica Turca di Cipro del Nord.
Dal 1974 l'aeroporto Internazionale di Nicosia è entrato a far parte della “Buffer Zone” di Cipro, sotto il controllo e la protezione delle Nazioni Unite.
Negli appartamenti semidistrutti dai bombardamenti dell’aviazione militare turca, e coperti dalla polvere e dai detriti, rimangono le tracce della vita di allora: un salotto col pianoforte che nasconde tra le corde una vecchia fotografia di famiglia e una tipica cucina della classe media con una lavatrice identica a quella di casa di mia nonna
L'aeroporto Internazionale di Nicosia fu bombardato durante l’intervento militare turco nel 1974 e da allora risulta abbandonato.
Seidisera del 20.7.2024 Il servizio di Elena Kaniadakis
RSI Info 26.07.2024, 11:24