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Come la radicalizzazione fa presa in rete

Molteplici le insidie in Internet, dove portali di matrice islamista puntano ad attirare e a reclutare giovani e giovanissimi

  • 25 aprile, 05:50
  • 25 aprile, 07:16

Giovani radicalizzati su internet

Telegiornale 24.04.2024, 20:00

Di: SRF/TG/Lidia De Bernardi

Viene esaltato dall’IS il 15enne che, lo scorso marzo, ha ferito a coltellate un ebreo ortodosso a Zurigo. A rivelarlo sono stati pochi giorni fa i colleghi di RTS grazie agli esiti di una loro inchiesta. E la stessa ha mostrato che, in un portale dello Stato Islamico, la Svizzera è indicata fra i Paesi ritenuti nemici dall’organizzazione, e quindi da colpire.

Internet risulta particolarmente utile al reclutamento di giovani, anzi, giovanissimi. Un dato evidenziato anche dalle ricerche di colleghi di SRF, i quali hanno creato un account, fittizio, di un ragazzo di 16 anni. Accedendo quindi a TikTok, e mettendo un like a contenuti tipici per la loro età come il pugilato, poco dopo gli algoritmi propongono video che spaziano dalla propaganda di dittatori del passato come Gheddafi e Saddam Hussein, fino a immagini di violenze commesse da islamisti.

“Ora sappiamo che” fra coloro che hanno meno di 30 anni e ancora di più fra quelli con meno di 20, “Internet è il principale luogo di radicalizzazione”, osserva in proposito Constantin Winkler del Peace Research Institute di Francoforte. Ciò si verifica “con i social, su TikTok o sulle piattaforme di giochi online”. Proprio queste piattaforme rappresentano, a causa delle chat ad esse connesse, un rischio particolare per i ragazzi. Ad attirarli è “soprattutto il desiderio di riconoscimento e di appartenenza”. Molti di loro, spiega l’esperto, “affermano di aver eseguito alcuni atti per continuare a far parte” di una community. E in queste community “vengono aizzati o si aizzano a vicenda, in una sorta di spirale di concorrenza”.

Inoltre esistono sempre più giochi con contenuti islamistici, i cui ideatori hanno scopi ben precisi. “Ci sono esempi legati a organizzazioni terroristiche come la libanese Hezbollah, ma anche a Stati come l’Iran, che sovvenzionano questi giochi per avvicinare bambini e ragazzi all’ideologia del martirio”, sottolinea Winkler.

Solo di qualche giorno fa è la notizia del fermo di due minorenni e di un 18enne, nei cantoni Turgovia e Sciaffusa, che avrebbero pianificato attentati con estremisti tedeschi. Non si può quindi parlare di lupi solitari che agiscono da soli, ma di ragazzi ben connessi. Per colpa di Internet.

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