Era il 2 aprile del 2005, dieci anni fa, quando il cardinale Leonardo Sandri annunciò a una Piazza San Pietro gremita da giorni: "Carissimi fratelli e sorelle, alle 21.37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui". Si concludeva così il papato di Karol Wojtyla, iniziato 27 anni prima, quando dal balcone aveva pronunciato la celebre frase "se sbaglio mi corriggerete", alludendo al suo italiano ancora un po' stentato. "Lo ricordiamo come grande testimone di Cristo sofferente e gli chiediamo di intercedere per noi", ha detto Papa Francesco mercoledì, salutando un gruppo di pellegrini polacchi dopo l'udienza generale.
Nel primo giorno del pontificato, nel 1978
Il pontificato di Wojtyla è stato segnato dalla fine del comunismo e dagli ultimi anni di malattia, durante i quali non aveva voluto "scendere dalla croce", a differenza del successore Benedetto XVI che scelse invece di dimettersi. Ma anche dai numerosissimi viaggi nel mondo intero, ben 104 quelli al di fuori dei confini italiani, sette dei quali in occasione delle giornate mondiali della gioventù. Proprio con i giovani il Pontefice polacco aveva saputo stringere un rapporto speciale. Erano tanti quelli stretti attorno a lui durante i giorni dell'agonia, milioni quelli che raggiunsero Roma per l'ultimo saluto.
Piazza San Pietro nel giorno della canonizzazione
La gente lo volle "Santo subito" e la beatificazione arrivò a tempo di record: il 1° maggio 2011. Il 27 aprile del 2014, poi, la canonizzazione insieme a quella di Giovanni XXIII.
pon/ANSA