I leader europei hanno affermato martedì, insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che l’attuale linea del fronte deve servire da “base” per le discussioni con la Russia, in una dichiarazione a sostegno degli sforzi di pace di Donald Trump.
“Sosteniamo con forza la posizione del presidente Trump secondo cui i combattimenti devono cessare immediatamente e l’attuale linea di contatto deve servire da base per i negoziati”, hanno affermato in un comunicato congiunto i leader, tra cui quelli di Francia, Gran Bretagna e Germania, insieme a Zelensky.
“Rimaniamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza”, aggiungono tuttavia, impegnandosi anche a mantenere il loro sostegno affinché l’Ucraina rimanga “nella posizione più forte possibile”. “Dobbiamo intensificare la pressione sull’economia russa e sulla sua industria della difesa, fino a quando Putin non sarà pronto a fare pace”, aggiungono i leader.
Leader europei che continuano a chiedere di aumentare la pressione su Mosca, anche da parte di Washington. “Le tattiche dilatorie della Russia hanno dimostrato più volte che l’Ucraina è l’unica parte seriamente intenzionata a raggiungere la pace”, scrivono i firmatari della dichiarazione: “Ecco perché siamo convinti che l’Ucraina debba trovarsi nella posizione più forte possibile, prima, durante e dopo qualsiasi cessate il fuoco”.
Vertice a Bruxelles giovedì sui finanziamenti a Kiev
Questo comunicato congiunto è firmato dai leader di Ucraina, Unione Europea, Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Polonia, Danimarca e Finlandia. Giovedì si riuniranno a Bruxelles, ad eccezione del primo ministro britannico Keir Starmer, per un vertice europeo durante il quale sperano di raggiungere un accordo sul sostegno finanziario a lungo termine all’Ucraina.
“Stiamo elaborando misure per sfruttare appieno il valore dei beni sovrani congelati della Russia, affinché l’Ucraina disponga delle risorse necessarie”, scrivono i leader.
Dal canto suo, il presidente francese Emmanuel Macron ha riferito che le concessioni territoriali in Ucraina “non possono essere negoziate” se non dal suo presidente Volodymyr Zelensky. Il capo di Stato francese si è espresso durante una visita di Stato in corso a Lubiana, in Slovenia.
“Nessun altro può farlo, quindi spetta all’Ucraina decidere per sé stessa e per il proprio territorio e agli europei decidere per sé stessi e per la propria sicurezza”, ha aggiunto riferendosi all’incontro a Budapest reso noto dal presidente americano Donald Trump tra quest’ultimo e il leader russo Vladimir Putin.
Venerdì è prevista anche una riunione della “coalizione dei volontari”, che riunisce i sostenitori di Kiev, durante la quale si discuteranno i prossimi passi concreti in merito all’ulteriore “supporto all’Ucraina”.
Mosca smentisce incontri tra i vertici di Mosca e Washington
Ma proprio oggi, martedì, la Russia ha ridotto al minimo le possibilità che si tenga a breve un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump e pure un meeting tra i capi delle diplomazie dei rispettivi Paesi. In merito al summit tra i capi di Stato, il Cremlino ha sottolineato che non è stata fissata “alcuna scadenza precisa” per questo incontro, che dovrà essere preceduto da un lavoro preparatorio tra Mosca e Washington.
“Né Vladimir Putin né Donald Trump hanno annunciato una data precisa”, ha dichiarato alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in una conferenza stampa. “Sia la parte americana che quella russa hanno affermato che ciò potrebbe richiedere tempo”, ha ricordato, insistendo sulla necessità di “preparativi seri”.
Mosca ha smentito pure che un incontro tra il segretario di Stato USA Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sia stato rinviato come affermava la CNN. “Non possiamo rimandare qualcosa che non abbiamo concordato”, ha affermato il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, ricordando che lui stesso ieri, lunedì, aveva detto che non c’era ancora alcun accordo “sul quando e dove” si sarebbero dovuti incontrare i due capi delle diplomazie.
La Russia, ha aggiunto Ryabkov, si trova a dover continuamente affrontare le “fake news” occidentali. Vorrei sottolineare che è impossibile sospendere una cosa che non è ancora stata concordata”, ha detto il viceministro, precisando inoltre: “Stiamo attualmente lavorando su ciò di cui Rubio e Lavrov hanno discusso lunedì durante la loro telefonata. La questione di un incontro”, sottolinea il viceministro, “non è stata tuttavia affrontata in modo concreto né prima né durante la conversazione. L’idea c’è, ma è ancora troppo presto per parlare di una data”.
Proprio Sergei Lavrov ha comunque voluto precisare personalmente un aspetto basilare: “Voglio confermare ufficialmente che la Russia non ha cambiato la sua posizione rispetto agli accordi raggiunti durante il vertice in Alaska”, ha confermato ai giornalisti, aggiungendo di averlo detto chiaramente a Rubio.

Conflitto Ucraina-Russia, le prossime mosse diplomatiche
Telegiornale 20.10.2025, 20:00