La questione della cessione di territori alla Russia per porre fine alla guerra, recentemente paventata anche dal presidente statunitense Donald Trump, divide gli ucraini. Secondo Davide Maria De Luca, giornalista basato a Kiev, molti soldati al fronte e volontari sono fermamente contrari, ma una parte della popolazione potrebbe accettare il compromesso per fermare le ostilità.
“Moltissimi ucraini vedrebbero la cessione di questi territori, su cui abitano circa 200’000 persone, come un compromesso forse accettabile”, spiega De Luca intervistato dal nostro Telegiornale. Tuttavia, il timore diffuso è che Putin non si accontenti e avanzi ulteriori richieste, come la riduzione delle forze armate ucraine o il cambio delle leggi sulla lingua, che stabiliscono che l’ucraino è l’unica lingua ufficiale.
Il giornalista sottolinea che le condizioni attualmente sul tavolo “sono praticamente impossibili da accettare per qualsiasi governo ucraino in questa situazione politica”. Tra queste, il riconoscimento dell’annessione russa delle regioni ucraine attualmente occupate rappresenta un punto particolarmente critico.

Secondo il Financial Times, durante l’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky il presidente statunitense avrebbe esortato il leader ucraino ad accettare le condizioni imposte dalla Russia per porre fine alla guerra. Ma, nonostante le indiscrezioni su un incontro teso con il capo della Casa Bianca, il presidente Zelensky si è detto ottimista sui prossimi passi diplomatici, incluso l’incontro tra Trump e Putin previsto a breve a Budapest. Gli ucraini non vedono più negativamente il dialogo con il leader russo, se questo può portare a una tregua, sostiene De Luca.
“Se questo dovesse portare a una trattativa di pace, a un cessate il fuoco efficace, gli ucraini sarebbero molto contenti”, afferma De Luca. Il giornalista riporta che Zelensky ha ribadito questa mattina il suo ottimismo sulle possibilità che i prossimi appuntamenti diplomatici possano essere utili ad avvicinare la pace.

Dialogo difficile tra Washington e Kiev
Telegiornale 20.10.2025, 12:30
Timori per l’inverno alle porte
Cresce intanto la preoccupazione per l’arrivo dell’inverno. “Da quando sono in Ucraina, sono ormai più di due anni, questo è senza dubbio l’inverno in cui sento più timore”, afferma De Luca. In alcune aree vicino al fronte la corrente elettrica è già razionata. A Kiev c’è stato finora un solo blackout, ma si teme che la situazione possa peggiorare.
“In una città come Kiev il 50% degli abitanti si riscalda con la corrente elettrica”, ricorda il giornalista. Un blackout prolungato significherebbe quindi rimanere senza riscaldamento con temperature esterne fino a -15 gradi. “Avere un blackout che dura per metà giornata o di più significa non avere nemmeno il riscaldamento in casa”, spiega De Luca, sottolineando la gravità della situazione.
Il giornalista evidenzia che se le trattative in corso non dovessero andare a buon fine, c’è il timore di una rinnovata offensiva russa, con Mosca che prenderebbe nuovamente di mira le infrastrutture energetiche. Questo scenario potrebbe portare a passare “almeno parte di questo inverno al buio”, una prospettiva che De Luca definisce “per niente allettante per milioni di ucraini”.
In sintesi, la situazione rimane quindi in bilico tra speranze diplomatiche e timori concreti per la popolazione. Mentre i leader politici cercano una via d’uscita dal conflitto, gli ucraini si preparano ad affrontare un inverno che si preannuncia particolarmente difficile, nella speranza che i progressi sul fronte diplomatico possano evitare un’escalation della guerra e le sue drammatiche conseguenze sulla vita quotidiana.