Le dichiarazioni

Gaza, Ignazio Cassis: “La guerra è anche una guerra di informazione”

Il consigliere federale commenta alla RSI la crisi umanitaria nella Striscia e le notizie sui palestinesi morti durante la distribuzione di aiuti - Rimettere in discussione i rapporti con Israele? “Non è smettendo di parlare con un Paese che cambiamo le cose”

  • 3 giugno, 22:45
  • Ieri, 08:19
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Gaza, la posizione di Ignazio Cassis

Telegiornale 03.06.2025, 20:00

Di: Telegiornale-Bagnato/ludoC 

Sulla situazione a Gaza e sugli avvenimenti delle ultime ore, con decine di persone rimaste uccise durante la distribuzione di aiuti umanitari, il Telegiornale della RSI ha raccolto la reazione del consigliere federale e capo del Dipartimento federale affari esteri (DFAE), Ignazio Cassis (un’intervista che potete trovare in formato video in cima alla pagina, ndr.)

“Quello che stiamo vedendo adesso è intollerabile - ha dichiarato Cassis -. Ci fa male: facciamo fatica ad accettarlo, è la dura realtà di una guerra che affonda le sue radici nei secoli e che è scoppiata adesso tra Israele e Hamas”. Il responsabile del DFAE ha poi aggiunto: “Come ogni guerra, è anche una guerra delle informazioni. Gli spari di cui ha parlato (riferendosi al nostro inviato, ndr.) non sappiamo da chi provenivano e su chi sono andati. Come in ogni guerra, ogni fonte di informazione, naturalmente, vuole portare la sua storia...”.

In merito ai morti a Gaza durante la distribuzione di beni di prima necessità, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha condannato le sparatorie, affermando che “gli attacchi mortali contro civili sconvolti che cercano di accedere alle misere quantità di aiuti alimentari a Gaza sono inaccettabili” e “costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra”. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva per parte sua chiesto un’indagine indipendente sulla morte di decine di palestinesi nei pressi di un sito di distribuzione di aiuti umanitari, provocando una dura reazione da parte di Israele (vd. box in fondo all’articolo, ndr.).

Il consigliere federale Cassis, per parte sua, ai nostri microfoni ha dichiarato: “Non hanno sparato sulla folla, hanno sparato in aria (riferendosi ai soldati israeliani, ndr.). Se loro affermano che hanno sparato in aria e non sulla folla, non possono essere quegli spari che sono arrivati sulla folla. Io voglio dire che non dobbiamo cadere troppo facilmente nel tentativo di credere a ciò che più ci sembra plausibile, perché la guerra è sempre (anche, ndr.) una guerra di informazione”. Cassis ha poi aggiunto: “Detto questo, naturalmente la situazione a Gaza è catastrofica e il Consiglio federale l’ha detto chiaramente mercoledì scorso: la prima cosa da fare è aprire l’accesso umanitario. Non mancano né cibo né tende né mezzi di primo soccorso: ci sono migliaia di camion che aspettano di entrare (nella Striscia di Gaza, ndr.), ma non riescono ad entrare in questo momento”.

Sulla difficoltà di accesso ai camion nella Striscia, Cassis ha poi aggiunto: “È a Israele che rivolgiamo l’appello più forte e imperativo, quello di aprire adesso le porte. Ma non dimentichiamo che Israele dice “Io apro le porte se Hamas mi dà gli ostaggi”. Io vorrei appellarmi - ha proseguito il consigliere federale - alla popolazione palestinese per fare in modo che Hamas faccia anche un passo. Se entrambi (Israele e Hamas, ndr.) non fanno un passo, continueremo impotenti ad assistere a queste stragi”.

C’è sul tavolo l’opzione di rimettere in discussione i rapporti con Israele, c’è una linea oltre alla quale il Governo potrebbe rimettere in discussione le relazioni? “È una questione di principio - ha risposto il capo del DFAE, sollecitato dal nostro Telegiornale - Noi oggi continuiamo ad avere relazioni con la Russia, e siamo contenti perché possiamo in questo modo contribuire a trovare una soluzione. Naturalmente abbiamo duramente condannato la Russia, ma non è smettendo di parlare con un Paese che cambiamo le cose. È continuando con pazienza e forza di persuasione, intensificando il nostro lavoro, e lo stiamo facendo anche con Israele e anche con il mondo arabo, così si può sperare di trovare una soluzione. La questione non è per nulla facile, sennò sarebbe già stata trovata da tempo una soluzione”

L’ONU condanna “crimini di guerra”

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha “condannato” la sparatoria, riferendosi alla perdita “inconcepibile” di vite umane, due giorni dopo una tragedia simile nella stessa località, in cui sono state uccise 31 persone, secondo i servizi di emergenza palestinesi. Già nei giorni scorsi Guterres aveva invocato un’inchiesta immediata e indipendente, chiamando Israele a favorire “l’ingresso senza ostacoli di aiuti su larga scala”. Da parte sua l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha condannato quelli che potrebbero configurarsi come crimini di guerra: “”Gli attacchi diretti contro i civili costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra”. In serata ha rincarato la dose anche il portavoce dell’ONU Stephane Dujarric, affermando che è inaccettabile che i civili rischino la vita cercando di procurarsi del cibo a Gaza. “Il Segretario generale (Antonio Guterres) continua a chiedere un’indagine immediata e indipendente su questi eventi e che i responsabili siano chiamati a risponderne”.

Le testimonianze: “Una pioggia di proiettili”

“Le forze israeliane hanno aperto il fuoco con carri armati e droni su migliaia di civili che si erano radunati dall’alba vicino alla rotonda di al-Alam, nella zona di al-Mawasi, a nord-ovest di Rafah”, ha riferito ai media internazionali il portavoce della difesa civile gestita da Hamas, Mahmoud Bassal. Uno dei testimoni ha raccontato di proiettili che “piovevano su di noi da ogni dove”. Un responsabile dell’ospedale Nassar ha riferito di aver ricevuto 27 corpi, tra cui “tre bambini e due donne”, molti dei quali con “ferite da arma da fuoco e schegge su tutto il corpo”. Rania al-Astal, una donna sfollata di 30 anni, è uscita la mattina presto con il marito per cercare di raccogliere cibo dal centro GHF. “Gli spari sono iniziati a intermittenza intorno alle 5 del mattino. Ogni volta che le persone si avvicinavano alla rotatoria di Al-Alam, finivano sotto il fuoco”, ha raccontato la donna all’AFP, “ma loro non se ne curavano e si precipitavano tutti insieme. A quel punto l’esercito ha iniziato a sparare intensamente”.
Mohammed al-Chaer, 44 anni, anch’egli presente sulla scena, ha raccontato che “un elicottero e dei droni hanno iniziato a sparare sulla folla per impedire che si avvicinasse ai carri armati. Ci sono stati feriti e morti”, ha dichiarato all’AFP.

La testimonianza da Gaza raccolta dal Telegiornale

Il Telegiornale della RSI ha anche raccolto la testimonianza di Sami Abu Omar, cooperante palestinese attivo per alcune associazioni italiane, che si trovava a Khan Yunis, nel sud della Striscia. Ai nostri microfoni ha reagito alla nuova strage avvenuta in prossimità di un punto di distribuzione degli aiuti.

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La testimonianza da Gaza

Telegiornale 03.06.2025, 20:00

“Entrambe le parti devono essere condannate”

Intervistato anche dai colleghi di RTS, Cassis ha rifiutato di unirsi al movimento internazionale contro Israele. Ospite della trasmissione 19:30, il Consigliere federale ha ammesso che Israele sta venendo meno ai suoi obblighi ostacolando gli aiuti umanitari a Gaza. Tuttavia, ha rifiutato di unirsi al movimento internazionale che critica il governo israeliano, ritenendo che anche Hamas sia responsabile della situazione.

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