Cinquantacinque ex ambasciatori hanno scritto al consigliere federale Ignazio Cassis in merito alla crisi umanitaria a Gaza, secondo quanto riportato dai domenicali Le Matin Dimanche e SonntagsBlick. Sabato hanno inviato una lettera al capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), lanciando un allarme sulla posizione della Svizzera e chiedendo al ministro del PLR di “esprimersi pubblicamente adottando misure concrete” nei confronti di Israele. Secondo il SonntagsBlick, Cassis ha pure ricevuto una lettera dai dipendenti del suo stesso dipartimento, che gli chiedono di “condannare fermamente le operazioni indiscriminate dell’esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania”. Mercoledì, più di 80 organizzazioni e personalità, tra cui le due ex consigliere federali Micheline Calmy-Rey e Ruth Dreifuss, avevano già inviato una lettera aperta al Consiglio federale, invitandolo ad agire.
Sempre stando al SonntagsBlick, gli ex diplomatici hanno messo in guardia contro “processi di pulizia etnica e di genocidio”. Nell’appello, riferisce il domenicale, si legge che “i piani per l’espulsione della popolazione civile da Gaza e la rioccupazione militare del territorio da parte di Israele devono essere respinti immediatamente. Entrambi sono violazioni del diritto internazionale e costituiscono forme di pulizia etnica e processi di genocidio - come riconosciuto dalla Corte internazionale di giustizia (CIG)“.
Stando al giornale Le Temps, che ha pure visionato la lettera degli ex ambasciatori, tra le misure proposte dagli ex diplomatici ci sono ad esempio l’introduzione di una precisa dichiarazione di origine per i prodotti israeliani importati in Svizzera (ad esempio frutta, verdura, vino, ecc.) per sottolineare quali provengono dagli insediamenti. Chiedono inoltre il congelamento di “ogni cooperazione, finanziamento e investimento nel settore militare e dell’intelligence israeliana”. Infine, la lettera si conclude chiedendo a Ignazio Cassis “di esprimersi pubblicamente adottando misure concrete nello spirito delle Convenzioni di Ginevra e delle risoluzioni delle Nazioni Unite”.
I firmatari dell’appello avrebbero anche chiesto a Cassis di riconoscere immediatamente lo Stato di Palestina e di vietare ai coloni israeliani radicali l’entrata in Svizzera, dato che l’UE li ha già inseriti in una lista di sanzioni (ma la Confederazione no, ndr.).
La scorsa settimana, il Consiglio federale aveva espresso, si leggeva in un comunicato, “profonda apprensione per l’intollerabile sofferenza della popolazione civile colpita”, chiedendo, “un accesso umanitario illimitato e un’immediata fine delle ostilità”. A livello cantonale, il Consiglio di Stato ticinese aveva inviato una lettera formale al Consiglio federale esprimendo profonda preoccupazione “per la drammatica situazione umanitari in Palestina, in particolare nella Striscia di Gaza”. Un appello in questo senso era giunto anche da personalità ticinesi che avevano pure inviato una missiva a Berna (vedi articoli correlati, ndr.).
Dalla TV
L'inferno di Gaza
Falò 15.04.2025, 20:45