Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato martedì sera all’esercito di effettuare “nuovi potenti attacchi su Gaza”, dopo aver accusato Hamas di aver aperto il fuoco contro soldati dello Stato ebraico a Rafah, nel sud della Striscia, violando l’accordo di tregua.
Israele già accusava il movimento islamico di non aver soddisfatto gli obblighi previsti dall’intesa, in quanto i resti di un ostaggio che sono stati restituiti lunedì sono risultati appartenere a un 27enne il cui corpo era già stato parzialmente recuperato nel 2023 e 2024. Nel frattempo, le brigate Ezzedin al Qassam avevano preannunciato una nuova restituzione nel corso della serata, per poi rinviarla.
In virtù dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre, Hamas ha liberato l’insieme dei 20 ostaggi viventi che erano ancora nelle sue mani e ha trasmesso fin qui, attraverso la Croce Rossa, 15 corpi di persone morte in prigionia su un totale di 28.
Hamas afferma di voler rispettare i patti, ma anche che recuperare tutti i cadaveri in un territorio devastato da due anni di guerra è in alcuni casi particolarmente complicato.

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