Due aerei giordani e uno degli Emirati Arabi hanno paracadutato domenica circa 25 tonnellate di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, alle prese con una drammatica situazione umanitaria. La consegna, via cielo, fa seguito all’entrata nell’enclave palestinese di camion carichi di aiuti, entrati dai valichi di Rafah e Kerem Shalom.
“Le forze armate giordane hanno effettuato domenica tre lanci di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, uno dei quali è stato condotto insieme agli Emirati Arabi Uniti”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato.
A Gaza, la situazione umanitaria è catastrofica
I beni di prima necessità dovrebbero alleviare, seppur in minima parte, la drammatica situazione umanitaria che sta vivendo la Striscia, dove secondo ONU e molte ONG – e secondo testimonianze dirette – è in corso una vera e propria carestia. Circostanza che il Governo israeliano continua a negare, nonostante negli scorsi giorni anche vari capi di Stato e di Governo avessero denunciato una catastrofe umanitaria di dimensioni enormi.
Finora gli aiuti sono entrati con il contagocce nella Striscia, i cui confini sono stati chiusi ermeticamente dall’IDF, l’esercito israeliano. Le forze armate domenica hanno tuttavia comunicato una “pausa tattica” delle operazioni militari, per permettere un maggior afflusso di aiuti umanitari sul territorio. Una tregua, limitata ad alcune aree, che resterà in vigore fino alle 20:00.
Netanyahu: con percorsi sicuri l’Onu non ha più scuse
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto alle Nazioni Unite di smettere di incolpare il suo governo per la situazione umanitaria a Gaza dopo l’apertura di percorsi sicuri per il passaggio degli aiuti da parte dell’esercito. “Ci sono vie sicure. Ci sono sempre state, ma oggi è ufficiale. Non ci saranno più scuse”, ha dichiarato il leader israeliano durante una visita a una base aerea.

Testimonianza da Gaza
Telegiornale 26.07.2025, 20:00
Intercettata un’altra nave della Freedom Flotilla
La nave Handala, diretta a Gaza con aiuti umanitari, è stata intercettata domenica dalla marina israeliana in acque internazionali. L’imbarcazione, gestita dal movimento “Freedom Flotilla”, è stata condotta nel porto di Ashdod. L’equipaggio, tra cui due deputate francesi di La France Insoumise, è stato fermato. Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che la nave è stata fermata per impedirle di entrare nelle acque di Gaza. L’Handala era partita dalla Sicilia il 13 luglio per tentare di forzare il blocco navale imposto da Israele.