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Guerra in Ucraina, nasce il campionato di calcio per chi ha subito amputazioni

Al via la “League of Mighty”, competizione che vede coinvolti soprattutto veterani rimasti gravemente feriti combattendo al fronte

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Guerra in Ucraina, nasce il campionato di calcio per chi ha subito amputazioni

RSI Info 05.09.2025, 12:28

Di: Vincenzo Leone, collaboratore RSI dall’Ucraina

Al tredicesimo minuto del primo tempo, Ruslan Nedzelskyi segna di testa sfruttando perfettamente un cross da calcio d’angolo. È il primo gol dello Shaktar Stalevi, nella loro partita d’esordio alla League of Mighty, il primo campionato di calcio in Ucraina per calciatori che hanno subito amputazioni.

I titolari che affrontano a Kiev la squadra del Burevii hanno tutti una storia che racconta quello che succede in Ucraina da tre anni e mezzo, e le conseguenze della guerra sui soldati in prima linea. Ruslan si è arruolato negli Azov all’inizio dell’invasione su larga scala, ed è saltato su una mina. Valentyn Romaniuk - che corre ad abbracciarlo per primo - è stato colpito da un proiettile vicino Klishchiivka il 28 febbraio del 2023, tra le fila della terza brigata d’assalto. La stessa brigata di Mykhailo Yankovčuk, ferito a Kharkiv il 18 giugno del 2024. Anatolii Basenko ha combattuto a Mariupol. Non possono più tornare al fronte ma oggi si allenano tutti insieme e scendono in campo correndo con l’aiuto di stampelle, lasciando le protesi a bordo campo.

“La maggior parte dei nostri giocatori sono veterani di guerra”, racconta da Kiev Bohdan Bilko, che allena lo Stalevi da quando è stata formata la squadra, nel febbraio del 2024. “Fin dall’inizio, quando ho saputo dell’idea di creare una squadra di calcio amputati, ho capito che così avrei potuto dare il mio piccolo contributo alla causa comune, lavorando con questi ragazzi”, racconta. Il progetto – come la maglia arancione e nera – è legato allo Shaktar Donetsk, società di calcio tra le più importanti in Europa e che gli effetti della guerra li subisce dal 2014, da quando la situazione in Donbass ha costretto la squadra ad allenarsi in diverse città dell’Ucraina.

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  • Vincenzo Leone

Lo Stalevi si allena a Kiev, la squadra è una delle 10 società ucraine che partecipano al campionato che ha appena preso il via, e che durerà fino a dicembre. “Il progetto è stato lanciato a settembre dello scorso anno”, racconta a RSI Bogdan Melnyk, Manager of the Development della lega, patrocinata dalla Federazione di Calcio ucraina. La sintesi dell’importanza del progetto è “mostrare a chi torna dal fronte con un arto amputato che la vita non finisce”, racconta Bogdan. “Il calcio è una grande organizzazione che aiuta i feriti a rimettersi in piedi — per quanto possa suonare retorico — e ad andare avanti, a capire che la vita non finisce lì e che esistono molte possibilità”, dice Vladyslav Klymchuk, centrocampista dello Stalevi. “L’obiettivo è sostenere i veterani, unire il movimento dei veterani, comunicare con tutti i partecipanti — la maggior parte ex combattenti — e condividere le proprie esperienze”, aggiunge.

La squadra insieme all’allenatore visita i centri di riabilitazione dove sono ricoverati soldati tornati dal fronte con amputazioni.  “Voglio davvero che questo sport e la nostra squadra progrediscano, sia in tempo di guerra che di pace, perché è un’ottima opportunità per lo sviluppo delle persone, per far crescere come atleti sia i veterani sia i civili”, racconta l’allenatore Bohdan Bilko. “Continueremo a sviluppare il calcio amputati, anche coinvolgendo bambini e donne, affinché questo sport esista anche dopo la fine della guerra. Ci sono persone con queste caratteristiche fin dalla nascita o che le acquisiscono nel corso della vita a causa di incidenti stradali, sul lavoro, o per altre ragioni” aggiunge Bogdan Melnyk, che ha lavorato e lavora al progetto.

La prima giornata – e anche l’ultima a dicembre – è organizzata a Kiev. La partita viene interrotta sul finire del primo tempo, l’arbitro fischia quando sulla capitale alle 11:42 suonano le sirene dell’allerta aerea. Il campo si svuota e - come da protocollo della federazione - squadre e arbitri abbandonano il campo per rifugiarsi nello shelter. Il cancello del campo viene chiuso, gli spalti si svuotano. Restano gli striscioni appesi e le bandiere arrotolate. Finita l’allerta riparte la musica, tornano tutti in campo e lo Shaktar segna un altro gol e chiude la prima partita sul quattro a zero.

Calcio amputati in Ucraina

Fotografie di Vincenzo Leone

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