Ad Haifa c’è chi rimpiange il tempo dei razzi di Hezbollah. La situazione nella città, che si trova nel nord di Israele, è infatti molto più grave e difficile in questi giorni, da quanto è diventata bersaglio dei missili iraniani. Ci sono morti, feriti e tanta distruzione, ma non si può dire dove per ragioni di censura, racconta la giornalista Nahèd Dirbas, sentita al telefono da Bettina Müller.
“Haifa è particolarmente presa di mira in questa guerra”, racconta la testimone. “Ci sono molti luoghi strategici che l’Iran sta colpendo duramente con i suoi missili. Non passa un giorno senza gli allarmi delle sirene che ci avvertono di un attacco imminente. E allora bisogna andare nei rifugi. Ma molte persone non ce l’hanno. Un rifugio che possono raggiungere in tempi brevi, specie nella vecchia città”.
La guerra, vissuta al riparo del bunker, viene raccontata così: “Stamattina alle 7:30 riceviamo un messaggio sul telefono State vicini ai rifugi. Poi sentiamo un grande scoppio! Poi sentiamo un allarme e un altro scoppio. Ci hanno detto che non sono stati dei missili iraniani, ma l’intercettazione del nostro sistema antimissilistico a provocarli”.
Le notizie ad Haifa non circolano, continua Nahèd Dirbas: “Non so se, ad esempio il porto di Haifa è stato attaccato, perché la censura ci impedisce di far circolare le informazioni sui luoghi colpiti dai missili. Si parla di siti strategici colpiti in città, ma niente di più preciso per i cittadini. Ai giornalisti è vietato dare indicazioni più precise”.
La città di Haifa adesso è vuota. “Nessuno esce. Vivo vicino a una strada solitamente trafficata. Ora non passa un’auto”, racconta ancora. “Tutto è chiuso, a parte i negozi di alimentari e le farmacie. E tutti stanno chiusi in casa. Chiuse le scuole, le università. Ogni manifestazione è stata rimandata. Non è una vita normale. La gente è molto nervosa e stressata. Io sono molto stressata. Dormiamo malissimo da giorni”.
Questo è il momento più grave per Haifa, conferma e conclude la giornalista: “Non abbiamo mai vissuto una cosa così. Nulla a che vedere con i missili degli Hezbollah che ci colpivano dal Libano lo scorso ottobre. Questi missili sono enormi, di tutt’altro calibro. Ci sono morti e feriti e danni enormi e la gente ha davvero paura. Seguiamo tutti attentamente le indicazioni della sicurezza interna, perché la situazione è davvero grave”.

La risposta iraniana
Telegiornale 22.06.2025, 12:30