Il magnate dei media di Hong Kong Jimmy Lai è stato condannato per “sedizione e collusione” con un verdetto arrivato a cinque anni dall’inizio del processo. La giustizia dell’ex colonia britannica lo aveva accusato di aver usato il suo tabloid Apple Daily, ora chiuso, per fare pressione sulle nazioni straniere al fine di imporre sanzioni, blocchi o altri atti ostili contro la Cina dopo la stretta su autonomia e libertà a Hong Kong decisa da Pechino nel 2020.
Lai, arrestato ad agosto del 2020 e in isolamento da oltre 1’800 giorni, è stato ritenuto la mente della pubblicazione di “materiale sedizioso” per “fomentare il malcontento” nei confronti del Governo.
“Non c’è dubbio che Lai abbia nutrito risentimento e odio nei confronti della Repubblica popolare cinese per gran parte della sua età adulta, e questo è evidente nei suoi articoli”, ha dichiarato la giudice Esther Toh. “È anche chiaro per noi che il primo imputato, fin dall’inizio, molto prima della legge sulla Sicurezza nazionale, ha riflettuto su quale leva gli Stati Uniti avrebbero potuto usare contro la Cina”. Il 78enne ora rischia la pena massima dell’ergastolo e la condanna sarà emessa in un secondo momento, pur avendo a disposizione un ricorso contro tutte le accuse.
Il processo è stato visto da molti come una testimonianza della caduta dei diritti civili nella città dopo il passaggio della sovranità dal Regno Unito alla Cina nel 1997. Lo stesso presidente USA Donald Trump avrebbe parlato con il suo omologo cinese Xi Jinping sul rilascio di Lai, in precarie condizioni di salute, durante l’incontro di fine ottobre in Corea del Sud, a margine del forum dell’Apec.
Al processo erano presenti la moglie di Lai, Teresa, il figlio Shun-yan, nonché veterani del fronte pro democrazia di Hong Kong, tra cui il cardinale Joseph Zen e l’ex parlamentare Emily Lau. Ieri, domenica, intanto, il Partito Democratico, principale forza di opposizione della città, ha votato il suo scioglimento: fondato nell’ottobre del 1994, aveva guidato il processo di democratizzazione avviato negli anni ‘80, all’epoca in cui Londra e Pechino concordarono il trasferimento della sovranità.
La reazione di Londra
Il Governo britannico condanna il verdetto seguito al “processo giudiziario motivato politicamente” nei confronti del magnate dei media pro democrazia di Hong Kong Jimmy Lai, dichiarato colpevole di tre capi d’accusa nel processo per la sicurezza nazionale. “Il Regno Unito condanna il processo giudiziario motivato politicamente nei confronti di Jimmy Lai che ha portato al verdetto di colpevolezza di oggi” nell’ex colonia britannica, ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota, chiedendo l’immediato rilascio di Lai.
Notiziario 05.00 del 15.12.2025
RSI Info 15.12.2025, 07:06
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