Mondo

Il buco nero della corruzione

Argentina, arrestato con le mani nel sacco uno stretto collaboratore dei Kirchner

  • 18.06.2016, 11:24
  • 07.06.2023, 20:56
José Lopez scortato dalla polizia

José Lopez scortato dalla polizia

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In Argentina riesplode lo scandalo corruzione. Un ex sottosegretario alle Opere pubbliche è stato sorpreso di notte, mentre cercava di scavalcare il muro di un convento con delle borse piene di dollari e euro. José Lopez, fedelissimo di Nestor e Cristina Kirchner, stava mettendo al sicuro un "bottino" dal valore complessivo 9 milioni di franchi, che voleva seppellire nel prato di un monastero nella periferia di Buenos Aires. Scoperto da un vicino che ha chiamato la polizia, l’ex potente funzionario del governo è stato arrestato immediatamente e il caso ha scosso l’opinione pubblica, causando reazioni negative anche fra i fedelissimi della presidente uscente. Sui giornali le foto del denaro frutto della corruzione amministrativa che sta venendo alla luce in diverse inchieste aperte dalla magistratura.

Una delle valigie piene di dollari che l'ex sottosegretario alle Opere pubbliche voleva interrare

Una delle valigie piene di dollari che l'ex sottosegretario alle Opere pubbliche voleva interrare

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José Lopez ha lasciato secondo la stampa locale più di 500 opere inconcluse durante la sua gestione. Un uomo di primo piano che ora rappresenta una macchia nella storia dei Governi Kirchner, prima di Nestor, poi della moglie Cristina. Per lo scandalo alcuni deputati gettano la spugna, diversi attori e personaggi dello spettacolo kirchneristi si dissociano pubblicamente.

Uki Goñi

Uki Goñi

  • Leticia Fraguela

Secondo lo scrittore Uki Goñi, autore di premiate ricerche sulla fuga dei nazisti nell’Argentina del secondo dopoguerra, a Buenos Aires si respira aria da fine di un’epoca, con sempre meno gente disposta a difendere la presidente uscente davanti alla trama di corruzione che sta venendo alla luce.

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L'intervista a Uki Goñi sulla situazione argentina - di Emiliano Guanella

RSI Info 18.06.2016, 11:18

La débâcle del kirchnerismo favorisce solo in parte l’attuale presidente conservatore Mauricio Macri, alle prese con una grave crisi economica. Dall’inizio del suo mandato, nel dicembre scorso, l’inflazione è cresciuta al 20% anche a causa della decisione di mettere fine ai sussidi statali per i servizi pubblici. Anche Macri, inoltre, ha conti aperti con la giustizia; deve spiegare ai magistrati perché non ha mai dichiarato al fisco la sua partecipazione in alcune società off shore della sua famiglia aperte in paradisi fiscali e scoperte nell’indagine sui "Panama Papers".

Fra recessione e scandali ripetuti, l’Argentina pare così infilarsi in un tunnel verso un altro crollo, come quello visto nel 2001.

Emiliano Guanella

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