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"Il darknet è un ecosistema"

Il traffico di droga online è un fenomeno globale. Per contrastarlo, spiega l’esperta, servono coordinamento e collaborazione fra le autorità

  • 18 dicembre 2018, 06:30
  • 22 novembre, 23:31
I rischi legati alla concentrazione e alla qualità delle sostanze sono altissimi

I rischi legati alla concentrazione e alla qualità delle sostanze sono altissimi

  • RSI
Di: Ludovico Camposampiero 

Droga di ogni tipo in vendita online sui cosiddetti criptomercati: è quello che si trova sul darknet, la parte oscura di Internet. Ci siamo entrati e nel nostro precedente servizio abbiamo cercato di capire perché e in che modo questo fenomeno interessa anche la Svizzera.

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Droga svizzera sul darknet

Telegiornale 17.12.2018, 21:00

Come funzionano tuttavia questi portali, e perché restano così sottotraccia? Come vanno contrastati? Lo abbiamo chiesto a Teodora Groshkova, analista dell’EMCDDA, l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, che insieme ai colleghi dell’Interpol da anni studia questo fenomeno:

“L’anno scorso una grossa operazione internazionale ha permesso di chiudere Alphabay, il più grande market del darknet, ma esiste una miriade di altri criptomercati poiché quello del darknet è un vero e proprio ecosistema. Un ecosistema protetto, non visibile tramite i software tradizionali, composto da siti non indicizzati. Si tratta insomma di un ambiente nascosto. E poi è importante dire che non sono i siti del darknet, questi cosiddetti criptomercati, a vendere sostanze stupefacenti: queste piattaforme offrono essenzialmente un ambiente sicuro per venditori e compratori, nel quale sono gli utenti stessi a portare avanti traffici illeciti in cambio di denaro.

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Il ruolo dei bitcoin nei traffici sul darknet, intervista a Teodora Groshkova, dell'EMCDDA

RSI Info 18.12.2018, 06:30

A rendere sicuro questo ecosistema sono strumenti informatici particolari che permetto ai singoli di celare la loro identità, per esempio modificando i dati relativi al loro luogo di provenienza. Anche la provenienza degli stessi market viene celata. E poi la compravendita non avviene mai tramite carte di credito, uno strumento che imporrebbe di svelare la propria identità, ma attraverso le criptovalute…”

Sì, in tutti i market in cui siamo entrati le sostanze erano commerciate in bitcoin… perché?

“Le criptovalute giocano un grosso ruolo nel darknet: aumentano la sicurezza delle transazioni, garantendo un alto tasso di anonimato. Il bitcoin è sicuramente il più usato, ma esistono molte altre monete virtuali che sono ancora più difficili da tracciare rispetto al bitcoin. Quest’ultimo, tuttavia, rimane preponderante: esiste da molto più tempo e in molti sanno come maneggiarlo."

Quanto è ampio il fenomeno del traffico di droga sul darknet?

“La compravendita di droga sul darknet è un fenomeno di piccolissime dimensioni se paragonato al traffico tradizionale di sostanze stupefacenti. Secondo le statistiche dell’EMCDDA, rappresenta meno dell’1% del traffico di droga in Europa.

Abbiamo stimato che nel 2016, in Europa il valore del mercato degli stupefacenti, nella sua globalità, era di circa 24 miliardi di euro. Per quanto riguarda i traffici nel solo darkweb, invece, le nostre più recenti analisi parlano di vendite pari a 80 milioni di euro effettuate da utenti europei, ma sull’arco di diversi anni, dal 2011 al 2015.

Ciononostante, il traffico di droga interessa tutto il Vecchio Continente, e il darknet contribuisce in questo senso ad ampliarne la portata poiché la compravendita di droga online è un mercato potenzialmente globale, che mette in contatto venditori e compratori di qualsiasi paese. Per contrastare questo nuovo fenomeno transnazionale le parole chiave sono due: coordinamento e collaborazione, fra le autorità di tutto il mondo."

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