L’analisi

Il generale Zaluzhny va a Londra

L’ex capo delle forze armate ucraine sarà il nuovo ambasciatore - Lo ha annunciato il presidente Zelensky; un trasferimento che è l’epilogo di lunghe divergenze

  • 08.03.2024, 16:00
  • 08.03.2024, 16:02
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Al centro, Valery Zaluzhny

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Di: Stefano Grazioli 

Il generale Valery Zaluzhny, ex capo delle forze armate ucraine, è stato nominato nuovo ambasciatore a Londra. A renderlo noto è stato il presidente Volodymyr Zelensky che il mese scorso, esattamente, l’8 febbraio, lo aveva sostituito con il generale Olexandr Skyrsky, responsabile sino ad allora delle forze di terra. Come il passaggio di consegne ai vertici militari non era stato un fulmine a ciel sereno, anche la notizia del nuovo ruolo di Zaluzhny non è sorprendente, dato che la destinazione, stando a media ucraini, era stata concordata ancora prima del siluramento di Zaluzhny quattro settimane fa e le voci si rincorrevano a Kiev da tempo. La vicenda pone fine, almeno temporaneamente, al duello tra presidente e generale, fra i quali non correva buon sangue per diverse ragioni, in primo luogo per le divergenze sulla gestione delle operazioni militari, sulla mobilitazione di nuove reclute e sulle prospettive della guerra nei prossimi mesi. A Kiev restano però le turbolenze interne, con il capo dello Stato incalzato su vari fronti, nel contesto problematico in questa fase della guerra, dove le truppe ucraine sono in sofferenza ovunque, di fronte a quella che si sta prospettando come l’offensiva primaverile russa.

Compromesso temporaneo

Per un generale passare dalla stanza di comando delle forze armate alla scrivania di un’ambasciata non è certo una promozione. Soprattutto se si nota che Zaluzhy sostituirà Vadim Prystaiko, ex ministro degli esteri sino al 2020, poi degradato per tre anni nella City, e rimosso infine l’estate dello scorso anno proprio per aver criticato Zelensky. Lo spostamento del generale a Londra rappresenta comunque una sorta di compromesso, sicuramente di prestigio, trovato con il presidente per mantenere comunque i buoni rapporti di facciata tra i due protagonisti assoluti, in Ucraina come fuori, di questi due anni di guerra, nonostante appunto i forti screzi dei mesi scorsi.

Al di là dei problemi sulle modalità di affrontare il conflitto, la popolarità di Zaluzhny era cresciuta anche a livello politico, mentre quella di Zelensky, in contemporanea alla difficile situazione sul terreno, era ed è in calo. Se da un alto quindi il capo di stato per il momento ha allontanato, ma non eliminato del tutto un problema, il generale deve far buon viso a cattivo gioco: Londra è senza dubbio una poltrona comoda, e se da una parte è lontana da Kiev, dal centro decisionale interno, dall’altra può comunque consentire di mantenere i rapporti con gli alleati, acquisire peso politico e magari rientrare prima o poi nei giochi di potere a casa propria. In queste settimane, dal cambiamento al vertice delle forze armate, Zaluzhny ha mantenuto una posizione molto cauta ed è pensabile che nel nuovo ruolo di ambasciatore continuerà sulla linea, almeno all’inizio.

In arrivo un nuovo premier?

Già all’inizio dell’anno, con le voci della staffetta tra Zaluzhny e Skyrsky, Zelensky aveva prospettato cambiamenti non solo ai vertici militari, ma anche a livello politico, senza specificare però quali. La situazione politica interna a Kiev, complici i problemi al fronte, è molto differente rispetto al primo anno del conflitto, quando il presidente godeva di un consenso pressoché assoluto, in parlamento, tra l’elettorato e tra i poter forti, ossia l’oligarchia che pur messa in disparte ha può fare ancora leva su varie risorse.

Il governo del premier Denis Shmyhal, che gode di una maggioranza assoluta alla Rada, il parlamento ucraino, è relativamente stabile, ma l’opposizione interna, in primo luogo quella che fa riferimento all’ex presidente Petro Poroshenko, ha cominciato da tempo a contrastare alcune iniziative governative e Zelensky, dicono a Kiev, avrebbe in mente di rinserrare le fila, anche a causa di qualche malumore interno, con un consistente rimpasto, che potrebbe coinvolgere lo stesso primo ministro e a sostituirlo potrebbe essere il capo dell’Amministrazione presidenziale Andrei Yermak. Il nome del fedelissimo del presidente è comunque solo uno dei tanti che si sussurrano in Ucraina, accanto a quelli ad esempio dell’ex ministro delle Finanze e ambasciatrice negli Stati Uniti Oksana Markarova, della ministra dell’Economia Yulia Sviridenko, e di Mikhail Fedorov, giovane vice premier e ministro della trasformazione digitale.

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RG 12:30 dell’8.3.2024 Il servizio di Stefano Grazioli

RSI Info 08.03.2024, 15:25

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