La famiglia di Ed Butcher è insediata in Montana dal 1913, il suo ranch si estende su 14’000 acri, ma uno solo, ciclicamente, desta la curiosità e l’attenzione dei media: quello acquistato dall’Esercito americano nel 1962. Non è che sia così facile incapparci nell’immensa tenuta, tra pascoli e campi, ma recintato e sorvegliato da una telecamera di sicurezza, nascosto da un coperchio di acciaio e cemento armato, a una profondità di 24 metri sottoterra, c’è un missile balistico intercontinentale, con una testata nucleare.
Il silos che cela il missile nucleare nel ranch della famiglia Butcher
Disseminati qua e là in questo stato dell’ovest ci sono 150 silos, tra Montana, Wyoming e Dakota del North vi sono rampe di lancio con 400 missili nucleari. Dopo l’Alaska, questi tre sono gli stati americani meno densamente popolati. Gestite in un raggio di 7-13 miglia da piccole centrali di controllo che dipendono dalla Base delle Forze Aeree Malmstrom a Great Falls, attiva dalla metà della Seconda Guerra Mondiale. Anche la presenza odierna di queste batterie di missili è un retaggio del passato. Centinaia di missili sono stati nascosti in Montana all’inizio degli Anni Sessanta, tra il 1962 e il 1963, in piena Guerra Fredda.
Ed Butcher
Oggi Ed Butcher ha 82 anni, ma si ricorda quando l’Esercito bussò alla porta di suo padre facendo un’offerta che non si poteva rifiutare. “Offrivano dieci volte il valore del terreno - racconta - naturalmente, il vero affare è stato che avrebbero rifatto le strade che portano in questa zona rurale e creato un sacco di posti di lavoro”. C’è pragmatismo contadino nelle parole di chi ha accolto nella sua proprietà questo ospite esplosivo: difficile trovare qualcuno contrario alla loro presenza (proteste vi furono a cavallo degli Anni Sessanta e Settanta in concomitanza con la guerra del Vietnam), ancora di più qualcuno che confessa paura. “Se dovessi morire qui a causa di questo missile, cosa che ritengo assai improbabile, pazienza… Sapete, si va su, s’incontra il Creatore… ed è la fine”, chiosa Ed all’esterno del silos.
Un angolo del ranch dei Butcher a Winifred, Montana
Dopo l’Alaska e il Wyoming, il Montana è lo stato americano meno densamente popolato. E questa fu una delle ragioni per nascondere questo sistema di difesa atomico tra le sue praterie. Vi era poi la posizione geografica, a ovest, ideale per contrastare il nemico. “La logica del sistema difensivo - spiega Troy Halsell, storico militare e impiegato alla base aerea di Malmstrom - era che se l’Unione Sovietica avesse lanciato un missile intercontinentale con testata nucleare e avesse colpito uno di questi siti, poteva eliminarne uno o due, ma ne rimanevano comunque altri da cui rispondere e contrattaccare”.
Troy Halsell, storico militare
I silos con i missili furono costruiti in concomitanza con la crisi di Cuba. “Ma quando nell’autunno 1962 scoppiò l’emergenza - ricorda Halsell - la linea difensiva non era completata, mancava ancora un missile e tutti i test non erano stati ultimati, e, alla fine. anche per questo l’allora Presidente Kennedy decise di non prendere in considerazione l’opzione del suo utilizzo”. I missili nucleari del Montana potrebbero apparire una reliquia di una guerra che non è mai arrivata, la cui presenza ci fa capire quanto incerta sia l’attuale pace. E una conferma sono i lavori stradali iniziati nella Contea di Fergus. “Probabilmente i maggiori disagi avuti finora…”, sorride la Commissaria della Contea Jennifer Saunders. Sono stati aperti i cantieri per allargare e riasfaltare strade e ponti in vista di un aggiornamento del sistema di difesa.

I missili balistici intercontinentali in Montana nel 1962
Il programma “Sentinel” delle US Air Force sostituirà l’attuale “Minuteman III”. Al momento sono iniziati i lavori preparativi, i costi sono velocemente aumentati e non vi sono particolari dettagli novità dell’arsenale atomico militare. Ma l’apocalisse atomica nel 2025 non incute paura?, chiediamo alla commissaria Saunders. “Certo, ma questi missili sono soprattutto per deterrenza, replica seria. Se inizia una guerra nucleare è la fine. E sapere che siamo difesi, che stiamo impedendo a qualcun altro di usare armi atomiche, è importante e fondamentale”.

La cartina con i silos dei missili nucleari disseminati in Montana
Deterrenza, la parola che regolarmente si sente in questo angolo del Montana. L’eredità atomica della Guerra Fredda rimane attuale. Ma come dice Ed Butcher, “non è necessario essere patriotici per capirne l’importanza, basta essere pragmatici”. Mentre nei pascoli attorno al silos “di famiglia” il bestiame, come l’asino di carducciana memoria, seguita a brucare lento e serio.