“Nessuna pressione su Volodymyr Zelensky” affinché accetti le proposte di pace statunitensi. Lo ha detto il premier britannico Keir Starmer, che ha ricevuto lunedì il presidente ucraino a Downing Street per una riunione dei cosiddetti “volenterosi” alleati di Kiev, durata un paio di ore e alla quale hanno partecipato anche il presidente francese Emmanuel Macron e il capo del Governo tedesco Friedrich Merz. “È un momento critico”, ha comunicato il Governo di Londra dopo il vertice.
Gli alleati europei hanno mostrato la loro solidarietà a Zelensky e si sono detti “scettici” - parole di Merz - su “alcuni dettagli” delle proposte americane volte a porre fine alla guerra. Proposte il cui contenuto non è trapelato finora e che Donald Trump, domenica sera durante un evento a Washington ha rimproverato il suo omologo ucraino di non avere ancora letto. Ma, ha detto invece Zelensky al termine del confronto londinese, una controproposta europea potrebbe essere formalizzata e trasmessa alla Casa Bianca forse già martedì sera.
Per Macron “la questione principale” era “la convergenza tra le nostre posizioni comuni, tra europei e ucraini, e gli Stati Uniti”. “Ci sono alcune cose che non possiamo gestire senza gli americani, alcune cose che non possiamo gestire senza l’Europa, ed è per questo che dobbiamo prendere decisioni importanti”, ha sottolineato da parte sua Zelensky, ripartito subito dopo la riunione per Bruxelles, per incontrare i responsabili della NATO e dell’UE.
La questione territoriale resta tuttavia la più spinosa, in particolare di fronte alla richiesta russa di ottenere l’intero Donbass (che non controlla completamente, ma dove sta costantemente avanzando). Kiev rifiuta “per motivi legali e morali” ogni riconoscimento formale delle conquiste russe. Zelensky lo ha ribadito ancora una volta dopo l’incontro, dicendo che nei 20 punti in preparazione questo aspetto resta in sospeso in attesa di trovare un compromesso.
La questione dell’utilizzo dei beni russi congelati in Europa per finanziare l’Ucraina doveva essere anch’essa affrontata a Londra. Un responsabile britannico ha detto lunedì di “sperare di vedere presto progressi” sul tema, mentre i Paesi dell’UE sperano di arrivare a un accordo al prossimo vertice europeo del 18-19 dicembre. Un punto “essenziale” anche per Ursula von der Leyen, ma sul quale l’UE non ha ancora trovato la quadratura del cerchio, fra rischi legali e difficoltà nel convincere il Belgio, dove gran parte di questi asset sono bloccati e che non vuole ritrovarsi solo ad affrontare eventuali conseguenze.









