Iran, per la Turchia l’unica via è il negoziato

Una ripresa dei negoziati sul nucleare fra Iran e Stati Uniti è l’unica via di uscita dalle divergenze fra i due Paesi e dal conflitto fra Iran e Israele entrato ormai nella sua seconda settimana. Questa la posizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che sabato ha incontrato il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi a margine del vertice dell’Organizzazione della cooperazione islamica in corso ad Istanbul. Ankara è disposta a mediare il dialogo fra le parti. La Turchia in precedenza aveva però anche avuto parole di fuoco per lo Stato ebraico, giudicato “il maggiore ostacolo per la pace nella regione” che rischia di “trascinare verso un disastro totale”, come ha affermato il capo della diplomazia Hakan Fidan.

Araghchi, considerato una “colomba” e non un “falco”, negoziatore dell’accordo sul nucleare concluso sotto la presidenza Obama e poi reso carta straccia da Donald Trump durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, venerdì aveva incontrato a Ginevra i rappresentati di Francia, Germania e Regno Unito, oltre alla responsabile della diplomazia europea Kaja Kallas. Dopo il faccia a faccia, aveva insistito sul fatto che Teheran non intende tornare al tavolo delle trattative finché resta sotto le bombe.

Interpellato dall’agenzia Reuters, un responsabile iraniano ha definito “irrealistiche” le proposte europee: se mantenute, non potranno condurre ad alcun accordo. L’Iran nega di volersi dotare della bomba atomica, è disposto a trattare sul livello di arricchimento dell’uranio ma non su una rinuncia totale ad esso anche per scopi civili. Né è disponibile a scendere a compromessi sulle sue capacità militari, missilistiche in particolare, senza le quali non potrebbe controbattere ad aggressioni come quella che sta subendo.