I sondaggi parlano chiaro: gli irlandesi, chiamati alle urne venerdì, sono convinti che il paese possa fare a meno del suo Senato. Oltre il 60% dei 3,1 milioni di elettori si sono infatti detti a favore della sua abolizione.
“Il Seanad (questo il suo nome in irlandese) non ha poteri, costa 20 milioni di euro all’anno e non ha mai avuto un peso nella vita pubblica del paese come avrebbe dovuto”, ha affermato il premier Enda Kenny che durante la campagna delle elezioni legislative del 2011 aveva promesso la sua eliminazione.
“Siamo di fronte a un’istituzione obsoleta”, ha da parte sua dichiarato il ministro del Lavoro Richard Bruton , “che ha servito molto più gli interessi dei politici che dei cittadini”. Una versione questa che non convince però i contrari al referendum, definito storico, i quali sostengono che senza Senato i poteri del Governo saranno rafforzati. E’ atteso un alto tasso di astensioni. I risultati dovrebbero essere noti sabato pomeriggio.
ATS/AFP/AlesS
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Il "Seanad"
Il “Seanad” è formato da 60 membri che però non vengono eletti direttamente dai cittadini ma da un corpo elettorale formato da senatori uscenti, deputati e rappresentanti locali, oltre ai membri nominati dal premier e dalle università. L'assemblea ha peraltro una funzione legislativa molto limitata rispetto alla più importante Camera bassa, il cosiddetto Dail Éireann.