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Jenin: funerali di rabbia

I palestinesi si scagliano contro la loro leadership per l'impotenza davanti agli attacchi - Ministro della difesa israeliano: obbiettivi raggiunti

  • 05.07.2023, 19:29
  • 05.07.2023, 23:57
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Funerali di una delle vittime israeliane a Jenin, 5 luglio 2023

  • Keystone
Di: Reuters/ANSA/Mgl 

Si sono svolti nella rabbia della popolazione per l’impotenza della dirigenza palestinese i funerali di dieci dei dodici morti nei raid israeliani contro il capo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Tre dirigenti di Al Fatah hanno dovuto lasciare il corteo funebre protetti dalle loro guardie del corpo, mentre la gente gridava “fuori, fuori”. Sono stati lanciati anche gas lacrimogeni per contenere la folla. Migliaia di persone provenienti da tutta la Cisgiordania hanno partecipato alle esequie. L’ufficio locale dell’autorità nazionale palestinese è stato preso a sassate.

Il raid israeliano – uno dei più imponenti degli ultimi 20 anni, con oltre mille soldati mobilitati – ha messo in luce tutta l’impotenza dell’autorità nazionale palestinese, incapace sia di opporsi agli israeliani sia di controllare gruppi e milizie che operano in campi come quello di Jenin o a Nablus. Stando agli ultimi sondaggi l’80% della popolazione palestinese vuole le dimissioni del presidente Mahmud Abbas (87 anni), ma non è chiaro chi potrebbe succedergli. L’autorità nazionale - creata con gli accordi di Oslo 30 anni fa e che in teoria dovrebbe diventare il governo di un futuro stato palestinese - accusa dal canto suo Israele di sabotare sistematicamente ogni tentativo di imporsi ed esercitare un controllo.

Israele: obbiettivo raggiunto

Il ministro della difesa israeliano Yoav Galant ha intanto dichiarato alla stampa che "gli obiettivi sono stati completamente raggiunti: abbiamo abbattuto la fabbrica del terrore, dozzine di siti che ospitavano officine di bombe, laboratori, depositi di armi”.

Per Gallant "potranno servire un altro round o due, ma la situazione oggi non è quella che avevamo di fronte all'inizio della settimana".

Di tutt’altro avviso i leader della jihad islamica, sostenuta dall’Iran, e di altre fazioni, secondo cui nonostante la violenza dell’attacco – 150 sospetti miliziani catturati, grandi quantità di denaro, armi ed esplosivi confiscati – gli israeliani non hanno ottenuto il controllo. Durante il ritiro israeliano da Jenin, una serie di razzi è stata lanciata su Israele dalla striscia di Gaza, controllata da Hamas.

Lo stesso premier israeliano Nethanyahu ha lasciato intendere che operazioni come quella appena conclusa potrebbero essere solo l’inizio di una nuova serie

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Cisgiordania: Israele annuncia la fine dell'operazione

SEIDISERA 05.07.2023, 18:50

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