Le forze armate indiane hanno dichiarato mercoledì di aver lanciato attacchi missilistici contro 9 siti in Pakistan e nel Jammu e Kashmir occupati dal Pakistan, descrivendoli come “attacchi di precisione contro campi terroristici”. Gli attacchi sono avvenuti in un momento di forte tensione tra i due Paesi vicini (entrambi dotati di armi nucleari). L’India ha accusato il Pakistan di aver appoggiato l’attacco di miliziani del 22 aprile nella parte del Kashmir controllato da Nuova Delhi, cosa che Islamabad ha negato.
“Le forze armate indiane hanno lanciato l’operazione Sindoor, colpendo le infrastrutture terroristiche in Pakistan da dove venivano organizzati e diretti gli attacchi terroristici contro l’India”, ha affermato il governo indiano, sottolineando che non sono state prese di mira strutture militari pakistane. “Le nostre azioni sono state mirate, misurate e di natura non provocatoria. Non sono state prese di mira strutture militari pakistane“, si legge nel comunicato, dove viene sottolineato che ”l’India ha dimostrato una notevole moderazione nella scelta degli obiettivi e nel metodo di esecuzione”.
Da parte sua l’esercito pakistano ha dichiarato che sono state prese di mira tre località, due nel Kashmir e una a Bahawalpur, una città nella provincia più popolosa del Paese, il Punjab, al confine con l’India.
Per giorni la comunità internazionale ha esercitato pressioni su Pakistan e India affinché evitassero l’escalation. “Continuiamo a sollecitare Pakistan e India a lavorare per una risoluzione responsabile che mantenga la pace a lungo termine e la stabilità regionale nell’Asia meridionale”, aveva dichiarato ai giornalisti, poche ore prima degli attacchi, la portavoce del Dipartimento di Stato USA, Tammy Bruce.