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Social vietati ai minori di 16 anni in Australia, blocco degli account al via

Il regolatore di internet australiano: primo tassello di una spinta globale per frenare le Big Tech - Il divieto scatta il 10 dicembre; multe fino a 49,5 milioni per i colossi del web

  • 10 minuti fa
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L’Australia vieta i social ai minori di 16 anni

Telegiornale 04.12.2025, 12:30

Di: Telegiornale-A. Wyttenbach/Reuters/ATS/Ansa/M. Ang. 

Dopo che l’Australia ha deciso, primo Paese al mondo, di vietare i social media ai minori di 16 anni, il colosso della tecnologia Meta (del miliardario Mark Zuckerberg) ha iniziato a bloccare centinaia di migliaia di account di adolescenti dalle sue piattaforme Instagram, Facebook e Threads, una settimana prima dell’entrata in vigore del divieto ufficiale. Lo scrive la BBC. Anche la maggior parte delle altre piattaforme interessate si sta muovendo per bloccare i profili.

Il regolatore di internet australiano ha affermato che il divieto dei social media per gli adolescenti è il primo tassello di una spinta globale per frenare le Big Tech. La Commissaria per la eSafety, Julie Inman Grant, ha dichiarato di aver inizialmente espresso preoccupazione all’idea di bloccare l’accesso ai social media agli adolescenti ma di averlo poi accettato, dopo che i cambiamenti normativi si sono rivelati non abbastanza efficaci. “Abbiamo raggiunto un punto di svolta”, ha detto Grant giovedì al Sydney Dialogue, un summit sulla cybersicurezza.

I nostri dati sono il denaro che alimenta le Big Tech

Diverse aziende, tra cui appunto Meta, ma anche YouTube, hanno criticato la legge.

“I nostri dati sono il denaro che alimenta queste aziende. E ci sono queste potenti, dannose e ingannevoli funzionalità contro cui anche gli adulti sono impotenti. Che possibilità hanno i nostri figli?”. Circa il 96% degli adolescenti australiani sotto i 16 anni - più di un milione sulla popolazione di 27 milioni del Paese - ha account sui social media, secondo eSafety.

Le Big Tech, i lobbisti e il governo USA

Inman Grant ha detto che i lobbisti delle piattaforme hanno riferito del caso al governo Trump, che le ha chiesto di testimoniare davanti alla Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti USA su quello che ha definito un tentativo di esercitare un potere extraterritoriale sulla libertà di espressione statunitense. Grant non ha detto se accetterà la richiesta ma ha fatto notare che “in virtù dello scrivermi e chiedermi di comparire davanti alla Commissione, stanno anche loro usando una portata extraterritoriale”.

Intanto i governi di tutto il mondo stanno osservando quello che succede in Australia.

Multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani

Il divieto entrerà in vigore il 10 dicembre e prevede multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (circa 26 milioni di franchi) per ogni infrazione, per le aziende che non adotteranno “misure ragionevoli” atte a impedire ai minori di 16 anni di avere un account. Si stima che saranno interessati circa 150’000 utenti Facebook e 350’000 account Instagram. I thread, simili a X, sono accessibili solo tramite un account Instagram.

Si tratta di uno dei provvedimenti più restrittivi al mondo in questo settore. Un blocco che coinvolge piattaforme come Facebook, Instagram, Snapchat, TikTok, YouTube, Reddit e Kick. A restare fuori sono solo i servizi di messaggistica come WhatsApp e Messenger o altre piattaforme di gaming e streaming come Roblox, Discord e Twitch.

“Algoritmi paragonati alla droga dallo stesso uomo che li ha creati”

“L’Australia diventerà il primo Paese al mondo a vietare i profili sui social media per i minori di 16 anni. Con una sola legge possiamo proteggere la generazione alpha dall’essere risucchiata nel purgatorio di algoritmi predatori, algoritmi paragonati alla droga dallo stesso uomo che li ha creati. Grazie a questa riforma molti giovani avranno di nuovo il tempo di imparare uno strumento o una lingua o per portare a spasso il cane o per fare uno sport”, ha dichiarato Anika Wells, ministra delle comunicazioni.

“Aggirare le regole? I vecchi metodi non funzioneranno”

La stessa ministra si è detta consapevole del fatto che la misura scatenerà la rabbia degli adolescenti e che molti cercheranno di aggirarla. La eSafety Commissioner ha dichiarato che è conscia del fatto che “molti adolescenti già applicano e condividono metodi con cui ritengono di poter aggirare le regole, includendo “parent managed” nei loro siti o aggiungendo i nomi dei genitori ai loro username. “Questi metodi non funzioneranno più”, ha avvertito.

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