Reportage

L’Oklahoma aspetta ancora il boom petrolifero promesso da Trump

In calo negli Stati Uniti le attività di perforazione, troppo basso il prezzo del greggio

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USA, trivellazioni in calo malgrado le promesse

Telegiornale 26.05.2025, 20:00

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Di: Massimiliano Herber (con Fabien Ortiz), corrispondente RSI dagli Stati Uniti

Sulle terre rosse e su una parte delle terre grigie dell’Oklahoma…”, le ultime piogge sono state benevole. A differenza dell’incipit del romanzo “Furore”, le lande piatte sono ancora ricoperte di verde, prima che il sole riprenda a picchiare e il suolo a impallidire. E a differenza dei protagonisti dell’opera di John Steinbeck nessuno pensa di lasciare lo stato in cerca di fortuna. Anzi, si aspettano un nuovo boom in Oklahoma.

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Le lande verdi dell'Oklahoma

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Un boom promesso in campagna elettorale da Donald Trump con il suo fortunato slogan “Drill baby, drill” e l’Oklahoma del sud gli aveva creduto a novembre: è il quarto stato che più ha votato con convinzione per il presidente repubblicano. Dopo quattro mesi del Trump bis, le perforazioni negli Stati Uniti sono in calo. Anche in questo stato del sud - quattro milioni di abitanti e 25mila pozzi di petrolio - sui giacimenti regna la calma. Qui vi sono tremila produttori, soprattutto piccole aziende, ma prevale l’attendismo, per ora nessuno investe.

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Pete Brown e il suo fidato ingegnere Steve Altman

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La ragione è semplice: “non conviene”. Lo spiega senza giri di parole Fred “Pete” Brown, 81enne imprenditore petrolifero e memoria storia tra i landmen. Pete ha iniziato nel 1972, finito il college, e non ha ancora smesso di andare alla ricerca di pozzi. “Quando ho iniziato il barile costava 2 dollari e 85, poi ci fu l’embargo dei paesi del golfo e balzò a 12 dollari, alla fine degli Anni Settanta era già a 28…” Adesso? “Adesso il greggio dell’Oklahoma costa 61 dollari al barile”. Troppo poco per nuove perforazioni, “non conviene”. Il “break even”, la soglia a partire da cui “drill baby drill” inizia a essere vantaggioso è a quota 65 dollari, ma in virtù dei recenti accordi di Trump in Arabia Saudita per nuove importazioni il prezzo dell’oro nero è destinato a scendere ulteriormente.

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Craig Van Horn

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Seppur delusi, però, in pochi in Oklahoma rimettono in discussione il loro sostegno a Donald Trump. Quello che i più si attendono è un allentamento dei regolamenti che, a detta degli imprenditori locali come Mike Cantrell, limitano lo sfruttamento delle risorse fossili. “Ci piace l’idea economica del Trumpismo, ripete questo folkloristico e storico portavoce dei produttori dello stato. Dobbiamo essere liberi di fare ciò che facciamo. E Trump predica questo vangelo: sbarazziamoci delle regole. “Drill, Baby drill” è un invito alla libertà di fare”

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Mike Cantrell

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E se quello è il vangelo, i proseliti in Oklahoma non mancano. Craig Van Horn ha 35 anni e con suo fratello si è appena lanciato nel settore energetico... Energie fossili, naturalmente. Vanno alla ricerca di vecchi pozzi e ne riprendono l’attività. “Petrolio e gas sono una benedizione, sono un dono di Dio, spiega, solo pochi luoghi al mondo possono produrne. E a me è capitato di viverci”. Vivere qui in Oklahoma dove il nuovo boom del petrolio finora non c’è stato e nessuno pare voler prendere in considerazione un futuro senza.

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