Oltre 39 milioni di colombiani si recano alle urne domenica, in un clima di forte tensione per l'importanza della posta in gioco. Sarà una votazione cruciale in cui sei candidati si contendono la successione al presidente di destra Iván Duque per il periodo 2022-2026.
Si tratta del senatore di sinistra Gustavo Petro della coalizione Pacto Histórico, favorito dai sondaggi, del leader della destra di Equipo por Colombia, Federico Gutiérrez, dell'outsider indipendente Rodolfo Hernández, del centrista Sergio Fajardo, capo della coalizione Centro Esperanza, di John Milton Rodriguez e del conservatore Enrique Gomez.
La classe politica tutta, il mondo del lavoro, l'associazionismo di base e perfino i numerosi gruppi armati attivi nel territorio colombiano, si rendono perfettamente conto che l'appuntamento va ben aldilà di un semplice avvicendamento nella Casa de Nariño, il palazzo presidenziale che si affaccia sulla storica Plaza de Armas di Bogotà.
"Siamo arrivati ad un bivio - ha spiegato all'ANSA il professore di scienze politiche dell'Universidad del Norte di Barranquilla, Fernando Giraldo. Gli elettori dovranno decidere se il Paese continua nella strada percorsa finora o cambia rotta". A suo avviso, vista la crisi attuale, "se la Colombia non cambia modello politico ed economico, si espone ad una rivolta sociale di proporzioni enormi e di conseguenze incalcolabili", non esclusa "una rottura istituzionale" che favorirebbe "le bande criminali ed il narcotraffico".
Il "paro" (sciopero) del 2021, represso dalla polizia, ha svelato l'ampiezza delle frustrazioni in particolare fra i giovani, di fronte a povertà, disuguaglianze e corruzione, mali endemici del Paese a cui si è aggiunta negli ultimi due anni la pandemia. Le zone rurali, nonostante lo storico accordo di pace con le FARC del 2016, sono ancora ostaggio della violenza di guerriglie e trafficanti di droga.
"Ci sono due opzioni", afferma Petro, 62enne ex guerrigliero dell'M-19, ex sindaco della capitale e attuale senatore, al suo terzo tentativo di diventare il primo presidente di sinistra nella storia recente della Colombia: "O restiamo con quello che abbiamo, ovvero povertà, violenza e corruzione, o andiamo verso la pace, il progresso produttivo e una democrazia trasparente".
Stando ai media locali, dovrebbe conquistare attorno al 40% dei suffragi, finendo in testa al primo turno ma non riuscendo ad evitare il ballottaggio del 19 giugno.