Gli spagnoli torneranno alle urne il 10 novembre per la quarta volta negli ultimi quattro anni. Al termine delle ultime consultazioni tenutesi lunedì e martedì al palazzo della Zarzuela, re Felipe VI ha annunciato di non voler affidare a nessuno il compito di formare un nuovo Governo perché nessun candidato dispone dell'appoggio necessario per ottenere la fiducia in Parlamento.
RG 08.00 del 18.09.2019 Il servizio di Chiara Savi
RSI Info 18.09.2019, 10:39
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Non ce l'ha fatta in particolare il leader socialista Pedro Sanchez, vincitore delle elezioni di fine aprile ma senza la maggioranza richiesta. Il tempo era contato dopo il mancato accordo in luglio con la sinistra radicale di Podemos: la data limite per evitare lo scioglimento del Parlamento era fissata al 23 settembre. Un'offerta dell'ultimo minuto era stata fatta a Sanchez dai liberali di Ciudadanos, ma l'idea non è andata in porto.
Proprio l'avvento di queste due formazioni, capaci di conquistare una fetta importante di elettorato, ha fatto implodere il bipartitismo socialisti-popolari nel 2015. L'estrema destra di Vox, emersa nelle ultime legislative, ha poi contribuito ad aumentare l'instabilità.
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