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La guerra non intacca il sostegno a Putin

L’istituto indipendente Levada Center rileva ancora un grande tasso di popolarità del presidente russo e un basso potenziale di rivolta nel Paese

  • 13 aprile, 05:35
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Il presidente russo Vladimir Putin

  • Keystone
Di: Stefano Grazioli

A marzo 2024 il rating di popolarità di Vladimir Putin è cresciuto ancora di un punto, arrivando all’87%. Il dato è fornito dal Levada Center, istituto di ricerche sociologiche che dal 2016 è iscritto alla lista dei cosiddetti „agenti stranieri“ in Russia, ossia organizzazioni che ricevono finanziamenti anche dall’estero. Non può essere sospettato di essere filoputiniano e nonostante in una cornice di guerra e repressione interna la conduzione di sondaggi possa essere difficoltosa, il Levada Center fornisce numeri che si possono considerare affidabili e scattano una fotografia credibile sulle varie questioni analizzate, anche sulla fiducia nel presidente.

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Cresce la paura di attentati

Sempre in riferimento allo stesso mese, i dati indicano che il 73% dei russi ritiene che il paese stia andando sulla via giusta, in calo di 2 punti rispetto al mese precedente. Nel mese che ha visto la rielezione di Putin (17 marzo) e il più grande attentato a Mosca negli ultimi vent’anni (22 marzo), è cresciuta la paura per gli attentati terroristici nel paese e il timore di eventi analoghi è considerato dalla popolazione russa il terzo maggior problema per il paese (29%), dietro all’inflazione (54%) e alla guerra in Ucraina, con annessi e connessi, dal duello a lunga distanza con l’Occidente alle sanzioni economiche (32%)

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Potenziale di rivolta

In una situazione condizionata in vari modi dal conflitto, la stragrande maggioranza dei russi crede che difficilmente nel prossimo futuro saranno possibili manifestazioni di massa e proteste scatenate da fattori politici ed economici. Secondo una ricerca effettuata dal Levada Center prima della rielezione di Putin e dell’attentato alla Crocus City Hall, l’84% della popolazione russa non avrebbe intenzione di partecipare a manifestazioni di protesta a causa di problemi economici, il 12% scenderebbe al contrario in piazza. Negli ultimi due anni queste percentuali non sono sostanzialmente mutate e se il potenziale di protesta è maggiore tra coloro che credono che le cose nel paese si stiano muovendo nella direzione sbagliata (il 28% è pronto a partecipare) e tra coloro che hanno a malapena abbastanza soldi per mangiare (19%), la cornice generale, con l’economia russa che ha retta relativamente bene l’impatto del conflitto e delle sanzioni, offre al Cremlino ancora un buon margine di tranquillità.

Proteste contro il regime

L’inclinazione a partecipare a manifestazioni politiche è ancora minore e l’89% dei russi è disposto a protestare apertamente contro il Cremlino. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina è crescita la repressione contro il dissenso e i numeri del Levada Cenetr confermano in questo senso la chiara tendenza ad evitare ogni rischio possibile. Negli ultimi mesi in Russia vi sono state comunque alcune manifestazioni in relazione a quella che viene ancora ufficialmente definita operazione militare speciale e non guerra: una ricerca del Levada Center ha indicato che il 43% dei russi ha sentito parlare delle proteste delle mogli e madri degli uomini mobilitati per il conflitto in Ucraina (il 10% ne ha sentito parlare molto, il 33% in termini generali). Più della metà degli intervistati (56%) ne ha sentito parlare invece per la prima volta durante il sondaggio.

Indifferenza verso la guerra

Allo stesso tempo, l’atteggiamento generale nei confronti delle persone che partecipano ad azioni di protesta per il ritorno dei propri cari dalla guerra è in generale piuttosto neutrale e indifferente (42%), solo il 29% dei russi giudica positivamente le manifestazioni dei gruppi di madri e mogli, mentre l’approvazione sale al 35% tra coloro che abitano nelle zone rurali, dove sino ad ora il reclutamento militare è stato maggiore. Stando ai numeri del Levada Center il 77% dei russi approva in toto o parzialmente l’intervento militare russo in Ucraina, il 16% lo condanna. La maggioranza (51%) è a favore dell’inizio di colloqui di pace per mettere fine al conflitto e quasi due terzi (62%) non si considerano personalmente responsabili per la morte di civili e la distruzione dell’Ucraina. Il 77% dei russi pensa infine che la guerra terminerà con la vittoria del proprio paese.

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