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Marcia verso Gaza, l’Egitto ferma almeno 200 partecipanti

Le autorità del Cairo stanno trattenendo i sostenitori filo-palestinesi in aeroporto e negli alberghi

  • Ieri, 13:49
L'Egitto stoppa chi non ha il visto.jpg

Un'immagine d'archivio che mostra una marcia che si è tenuta negli scorsi giorni in Cile

  • Keystone
Di: ATS/AFP/ANSA/Spi 

Più di 200 attivisti di varie nazionalità, giunti in Egitto per partecipare alla marcia internazionale verso Gaza, sono stati fermati in albergo o trattenuti all’aeroporto del Cairo, ha dichiarato giovedì all’AFP Seif Abu Kishk, portavoce del collettivo organizzatore.

Le autorità egiziane hanno creato una cellula di crisi all’aeroporto internazionale del Cairo “per monitorare l’afflusso di decine di attivisti internazionali in arrivo in Egitto, per esaminarne i visti, autorizzando l’ingresso ad alcune decine di loro e il rimpatrio di altri”. È stato stabilito un coordinamento con il ministero degli esteri e le compagnie aeree per verificare i visti dei passeggeri in arrivo. 

Mercoledì Israele aveva esortato le autorità egiziane a vietare tutte le “provocazioni” filopalestinesi sul suo territorio, mentre sono in programma due azioni, la collettiva “Global march to Gaza”, che dovrebbe partire venerdì dal Cairo, e la carovana “Soumoud”, un convoglio che partirà da Tunisi per raggiungere la Striscia di Gaza. La ripartenza in direzione Libia dell’Est è prevista venerdì. Le autorità egiziane non hanno ancora rilasciato un lasciapassare.

Pur ribadendo l’importanza di esercitare pressioni su Israele affinché rimuova il blocco del territorio palestinese, le autorità egiziane hanno annunciato mercoledì che qualsiasi forma di azione pro-palestinese organizzata da “delegazioni straniere” richiede una “autorizzazione preventiva”.

Non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali sui fermi registrati da mercoledì dagli organizzatori della Marcia Globale. Tra gli attivisti fermati ci sono americani, australiani, austriaci, olandesi, spagnoli, francesi, marocchini, tunisini e sudafricani, secondo Seif Abu Kishk.

“Quello che è successo - le irruzioni negli alberghi, gli interrogatori dei partecipanti, la confisca dei telefoni, le perquisizioni di persone e bagagli all’aeroporto - è stato del tutto inaspettato”, ha dichiarato Seif Abu Kishk. “Quello che sta accadendo ora non è legato alle nostre posizioni, ma al modo in cui le autorità egiziane stanno gestendo la situazione”.

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In marcia dal Ticino verso Gaza

Il Quotidiano 11.06.2025, 19:00

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