INTERVISTA

Maxi blackout di internet: quanto è fragile il sistema?

Alcune considerazioni sul malfunzionamento di Cloudflare e sulla struttura attuale di internet con Paolo Attivissimo

  • Un'ora fa
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Immagine d'archivio del data center a Glattbrugg, nel canton Zurigo

Immagine d'archivio del data center a Glattbrugg, nel canton Zurigo

  • Keystone
Di: Giorgia Lorenzini 

Un nome per i più sconosciuto, ma oggi sulla bocca di tutti: Cloudflare. Il servizio di gestione e protezione del traffico web ha subito un malfunzionamento oggi, e, a catena, i milioni di siti che utilizzano la sua infrastruttura sono andati in down, tra cui anche ChatGPT, X e pure alcuni portali ticinesi.

Ma qual è il ruolo di Cloudflare su internet? Si tratta di una piattaforma che dovrebbe rendere i siti web più sicuri, più veloci e più affidabili. Come? Mettendosi “in mezzo” tra il sito e gli utenti che lo visitano per ottimizzare il caricamento dei dati e dei file sul dispositivo dell’utente e per garantire la protezione dalle minacce informatiche. Concretamente, quando un utente visita un sito protetto da Cloudflare, il traffico passa prima dai server di Cloudflare. Questo permette di bloccare alcuni attacchi hacker, nascondere l’indirizzo IP del server e ottimizzare la velocità di navigazione.

Per capire meglio la reazione a catena innescata dal malfunzionamento di Cloudflare e la probabilità che eventi analoghi si ripetano in futuro, la RSI ha intervistato Paolo Attivissimo, giornalista informatico autore del blog “Il Disinformatico”.

Come mai il malfunzionamento di Cloudflare ha avuto ripercussioni su ben 30 milioni di siti?

Cloudflare è uno dei principali fornitori di sicurezza e di connettività al mondo. Viene usato da tantissimi siti, per esempio per evitare di essere bombardati da finte visite fatte da sistemi automatici. Quando vediamo l’indicazione “clicca qui per dimostrare che sei un essere umano”, quello è Cloudflare che interviene per verificare che noi siamo veramente chi diciamo di essere.

Quanto è probabile che eventi di tale portata si verifichino nuovamente in futuro?

È difficile fare previsioni per questo genere di evento perché per definizione è imprevedibile. Il fatto che buona parte del traffico di internet oggi dipenda da una manciata di grandi operatori, come per esempio Cloudflare o Amazon Web Services, significa che internet tutta ha dei punti deboli molto critici, che ovviamente diventano bersagli interessanti per qualunque organizzazione voglia fare danni. Ma sono anche dei punti deboli per cui un semplice guasto o un’impostazione sbagliata possono avere degli effetti a valanga su tantissimi siti.

Quanto è fragile internet?

Internet di oggi è molto fragile. Siamo lontanissimi da quell’idea originale che di partenza che prevedeva internet come sistema di comunicazione resistente agli attacchi nucleari. Anzi, al contrario, adesso basta niente per far cascare buona parte di internet.

Quali potrebbero essere le cause del malfunzionamento odierno di Cloudflare?

Per adesso Cloudflare, giustamente, non fornisce molti dettagli, parla soltanto di un picco di traffico insolito in entrata su uno dei suoi servizi a partire dalle 12:20 circa. Ed è giusto che sia così perché se si dovesse trattare di un attacco intenzionale non sarebbe una buona idea far sapere all’aggressore che misure sono state prese e quanto la Cloudflare sia consapevole della situazione della natura dell’attacco. Meglio non scoprire troppo le proprie carte insomma. Per noi utenti quello che conta è che, secondo le dichiarazioni dell’azienda di poco fa, le cose stanno tornando lentamente alla normalità.

Per ricominciare a porre domande a ChatGPT o postare su X si dovrà attendere il ripristino di Cloudflare, che aggiorna in tempo reale gli utenti. Resta aperto l’interrogativo se l’attuale struttura di internet - centralizzata nelle mani delle big tech - sia la più adatta e, se no, quale forma alternativa si possa auspicare.

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Notiziario 18.11.2025, 17:00

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