L’Europa centrale e orientale contava i morti lunedì dopo il passaggio della devastante tempesta Boris, che ha lasciato migliaia di persone senza casa e ha causato danni immensi ancora difficili da stimare. Le piogge incessanti, che hanno gonfiato torrenti e fiumi, hanno scosso la regione da venerdì, causando almeno quindici morti e migliaia di sgomberati, anche con elicotteri, con abitanti rifugiatisi sui tetti delle loro case o delle loro auto.
Dopo sei morti in Romania nel fine settimana, cinque in Polonia e uno in Austria, il Paese alpino ha annunciato due nuovi decessi - due uomini di 70 e 80 anni - e una vittima è stata annunciata in Cechia.
In Austria, ovunque sono stati dichiarati stati di emergenza dovuti ai disastri naturali, con centinaia di migliaia di case senza elettricità o acqua, strade interrotte, ponti distrutti e collegamenti ferroviari bloccati. Sebbene la situazione meteorologica sembri migliorare in diverse località, il terreno rimane saturo e in più zone i fiumi stanno ancora superando gli argini.
In alcune città, come il comune polacco di Klodzko, l’acqua sta iniziando a ritirarsi, rivelando distruzione e desolazione: strade disseminate di detriti, finestre rotte, lampioni spezzati. A un’ora di distanza, la città di Glucholazy, al confine tra Polonia e Repubblica Ceca, è stata sommersa e molti residenti si sono rifugiati in una scuola.
In Austria un vigile del fuoco era morto domenica mentre stava compiendo un intervento d’emergenza e la situazione “rimane critica, drammatica”, ha avvertito Johanna Mikl-Leitner, governatore della regione della Bassa Austria, in una conferenza stampa. “Non è ancora finita”, ha detto, invitando alla prudenza e alla “responsabilità”. A Vienna, dove la pioggia continua a cadere, quattro linee della metropolitana sono ancora parzialmente chiuse, poiché la rete è minacciata dal fiume Wien e dal canale del Danubio che attraversa la capitale.
Nella Repubblica Ceca, la polizia ha confermato alla radio pubblica la morte di “una persona annegata nel fiume Krasovka vicino a Bruntal (nord-est)”, oltre alla scomparsa di “sette persone”, ancora date per disperse lunedì in tarda mattinata.
Relativamente risparmiata finora, anche l’Ungheria si sta preparando al peggio. Più di 350 soldati sono stati infatti dispiegati nel nord-ovest, mentre il Danubio - che attraversa la capitale Budapest - dovrebbe raggiungere livelli record nei prossimi giorni.
In Romania è la provincia di Galati (sud-est) la più colpita. A Slobozia Conachi è impossibile valutare l’entità del disastro in questa fase secondo il sindaco Emil Dragomir, che ha parlato di 750 abitazioni sinistrate e ha fatto appello a donazioni per decine di bambini colpiti dall’alluvione.
Il maltempo colpisce l'Europa
Telegiornale 16.09.2024, 12:30