Reportage

Mykolaiv sotto attacco: la lotta per l’acqua al fronte

La città ucraina ha subito gravi danni alle infrastrutture idriche a causa dei bombardamenti russi - Dopo anni di lavori di riparazione e un nuovo acquedotto, sta finalmente tornando ad avere acqua dolce, nonostante le minacce costanti

  • Un'ora fa
05:31

Mykolaiv sotto attacco: la lotta per l’acqua al fronte

RSI Info 26.09.2025, 16:55

  • Vincenzo Leone
Di: Vincenzo Leone, collaboratore RSI dall’Ucraina

Le finestre dell’ufficio di Anatoly portano i segni delle esplosioni e degli attacchi russi sulla città di Mykolaiv e sulle infrastrutture energetiche e idriche. Prima di incontrarlo, un’allerta area interrompe la normale giornata lavorativa degli operai e ingegneri che lavorano insieme a lui, alla Mykolaiv Thermal Power Plant. Centrale di teleriscaldamento che copre il 40% della città, e che muove ogni ora 3’700 metri cubi di acqua, rilasciando calore per decine di migliaia di appartamenti.

I russi hanno bombardato qui quattro volte, ci sono interi capannoni distrutti, i vetri delle finestre nelle sale centrali sono saltate, e tubi divelti e carbonizzati all’esterno. Anatoly parla delle difficoltà legate alla sua routine lavorativa, una su tutte: l’acqua. Da aprile 2022 è l’emergenza che ha cambiato la vita di tutti qui. I russi bombardano l’acquedotto e distruggono stazioni di pompaggio e la condotta principale, lasciano la città e interi villaggi senz’acqua per un mese intero, e costringono le autorità a pompare acqua dagli affluenti vicini.

“Abbiamo preso acqua direttamente dal fiume”, racconta Anatoly, dirigente presso la centrale, che è una delle più grandi in città. Una decisione inevitabile, che ha delle conseguenze che tutti qui raccontano e conoscono. Non si può bere, per l’acqua potabile sono stati creati punti di filtrazione dove i cittadini possono rifornirsi gratuitamente, e si sono moltiplicati progetti per filtrare l’acqua nelle aziende, nelle scuole, negli ospedali, per permettere alle infrastrutture essenziali di poter funzionare.

Ed è un’acqua che ha portato ad accelerare i processi di corrosione delle tubazioni in città. “È un’acqua molto salata”, racconta Oleksiy davanti a un cantiere in città. Dietro di lui una squadra di operai sta rifacendo una parte di condutture, lui supervisiona i lavori della Mykolaivvodokanal, l’azienda municipale della città di Mykolayiv per la fornitura di acqua. Interventi necessari perché quest’acqua ha “portato a una quasi totale distruzione delle reti idriche della città”, spiega Oleksiy. Che racconta di decine di perdite e di cantieri aperti in tutta la città, da gestire ogni giorno. Insieme a lui un team della ONG danese Danish Refugee Council, che lavora insieme agli operai della azienda municipalizzata per il ripristino delle tubature in più di 40 chilometri di condotte.

Mykolaiv, emergenza idrica in una città al fronte

Fotografie di Vincenzo Leone

Diverse organizzazioni lavorano a Mykolaiv e in tutto l’oblast fornendo tubi, filtri per le stazioni di pompaggio, escavatori e ogni tipo di supporto tecnico. “Abbiamo in corso 13 progetti di ricostruzione”, dice dal cantiere Oleg del Danish Refugee Council, che segue da vicino i lavori. Dopo la liberazione di Kherson da parte dell’esercito ucraino si è deciso di prendere l’acqua da un altro affluente, con una qualità migliore ma che non ha eliminato le criticità relative al suo utilizzo e a un ritorno a una piena normalità.

Occupazione che è arrivata anche nelle aree subito fuori la città di Mykolaiv, dove i russi hanno preso di mira i sistemi che portano acqua nei villaggi. “Ad aprile del 2022 hanno iniziato a bombardare, tutti sono andati via, hanno distrutto le torri”, racconta Mykhailo, che è tornato a vivere a Partyzanske. Un villaggio dove – le aree intorno sono state occupate per nove mesi – la distruzione di case, edifici e infrastrutture idriche è visibile ancora oggi ovunque.

Ci sono resti di missili nelle campagne tra Partizanske, Snihurivka e Yevgenivka, i terreni sono pesantemente minati. Qui si è vissuta un’altra emergenza. “Non l’acqua salata, ma la totale assenza di acqua”, spiega il capo ingegnere Heorhii, che lavora per la Snigurivsky Communal Services. E racconta di stazioni di pompaggio distrutte, di pompe rubate e di attrezzature mancanti e saccheggiate durante l’occupazione di quest’area a est della città. Qui lavora anche un’altra organizzazione, che si occupa di stazioni di pompaggio, torri idriche, filtri e che ha anche sostituito alcune pompe della centrale dove lavora Heorhii e che collega le reti fognarie.

“Nell’oblast di Mykolaiv operiamo in tutte le comunità vicine alla linea del fronte: Halytsynove, Pervomaiske, Snihurivka e oltre 20 villaggi”, racconta Taras, Wash and Shelter Manager della Southern Development Strategy. “In alcuni casi siamo a meno di 5–10 km dalla linea del fronte, come accade anche nella regione di Kherson”, dice. “L’acqua è un’infrastruttura critica: i russi la attaccano perché se la gente non può vivere qui senza acqua, luce o riscaldamento, allora sarà costretta ad andarsene”, aggiunge.

Dopo tre anni e mezzo di resistenza e di progetti, manutenzione e sinergia tra pubblico e privato, per Mykolaiv è un momento cruciale. Sono appena stati completati i lavori di costruzione e test di un nuovo acquedotto principale per la città, da 130 chilometri di reti – due reti parallele da circa 65 chilometri ciascuna – con impianti e reti sotterranee e misure per proteggere l’infrastruttura dagli attacchi aerei russi. “I residenti di Mykolaiv per la prima volta dal 2022 riceveranno acqua dolce nei rubinetti”, ha scritto su Telegram Yulia Svyrydenko, Primo Ministro ucraino e che si è recata in visita nei nuovi impianti in fase di test e collaudo. Per 500’000 residenti che vivono a una quarantina chilometri dal fronte, sotto costante minaccia russa – da qui un missile balistico lanciato dalla Crimea può arrivare in meno di due minuti – è un nuovo inizio.

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Telegiornale 24.09.2025, 12:30

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