conflitti in ex Iugoslavia

Turisti della guerra a Sarajevo, “potrebbero esserci più persone coinvolte”

Intervista allo scrittore Ezio Gavazzeni, con un esposto ha dato il via all’inchiesta a Milano: erano ricchi che spendevano ingenti somme per uccidere

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Aprile 1993: le persone a Sarajevo fuggono dai proiettili esplosi dai cecchini
02:42

SEIDISERA 18.00 del 11.11.2025 L’intervista a Ezio Gavazzeni

RSI Info 11.11.2025, 19:10

  • Keystone
Di: Francesca Torrani (intervista radiofonica), ludoC (adattamento) 

La procura di Milano sta cercando di individuare alcune persone che, nel pieno della guerra che travolse l’ex Iugoslavia, avrebbero pagato le milizie serbo-bosniache per poter sparare sui civili a Sarajevo. “Turisti della guerra” o “cecchini del weekend” li hanno definiti i media italiani, parlando di persone che partivano soprattutto dal Nord Italia ed erano principalmente simpatizzanti dell’estrema destra.

A dare il la all’inchiesta è stato Ezio Gavazzeni, scrittore, che ha raccolto il materiale di prova per poi consegnarlo alla Procura di Milano. Gavazzeni, intervistato da SEIDISERA, premette che in Italia due articoli di firme importanti erano già stati pubblicati su quotidiani importanti nel 1995 e riportavano i fatti che oggi, dopo 30 anni da quella guerra, sono oggetto di indagine. Oltre a questi articoli, sulla vicenda ci fu un documentario: “Sarajevo Safari” del 2022, del regista sloveno Miran Zupanic. “Questo documentario raccoglie delle testimonianze. – spiega Gavazzeni alla RSI – Una persona racconta di aver visto gruppi di turisti che erano sulle colline intorno a Sarajevo e che pagavano per sparare. Un altro personaggio, che lavorava per i servizi segreti bosniaci nel momento dell’assedio di Sarajevo, racconta come i servizi bosniaci avevano intercettato dei cecchini occidentali sulle colline intorno alla città”.

Questo è il punto di partenza. Dopodiché è iniziata la raccolta delle prove. Ed Ezio Gavazzeni è sicuro del materiale che ha raccolto: “La sua validità è dimostrata dal fatto che io ho presentato l’esposto in febbraio, ma la Procura avrebbe potuto anche archiviarlo se non avesse ravvisato dei margini di indagine, delle validità in quello che io ho presentato avrebbero archiviato; invece non ha archiviato e primi di ottobre ha avviato le indagini ufficialmente”.

In merito ai fatti, per ragioni di inchiesta lo scrittore non può entrare nei particolari. Si parla comunque di cinque italiani che spararono. Informazioni che Gavazzeni conferma: “Sì, si parte da quel gruppo. Probabilmente oggi queste persone hanno un’età che va da 65 a 80 anni. Magari nel frattempo qualcuno è deceduto, ma si ritiene che una buona parte sia ancora in vita”. Potrebbero inoltre esserci molte più persone coinvolte: “Stiamo parlando di molte persone che sono state implicate in questi fatti e credo che man mano usciranno molte verità”.

Tra le notizie diffuse dalla stampa ce n’è una che colpisce fortemente: si parla di un tariffario per le persone da uccidere. Gavazzeni conclude l’intervista spiegando che sì, qualche giornalista ha azzardato un tariffario. “Io ho consegnato le informazioni di cui ero in possesso alla Procura quindi di questi dettagli non posso parlare – spiega – ma posso dire che erano persone molto facoltose. Stiamo parlando di gente che poteva permettersi di bruciare cifre consistenti in pochi giorni. Erano ‘cecchini del weekend’: arrivavano il venerdì sera e ripartivano la domenica”.

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