Il Consiglio dei governatori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha approvato giovedì una risoluzione che accusa formalmente l’Iran di non rispettare i propri obblighi in materia nucleare, per la prima volta in vent’anni. Il documento, sostenuto da Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania, denuncia la mancata cooperazione di Teheran con gli ispettori e l’assenza di spiegazioni credibili sulle tracce di uranio rilevate in siti non dichiarati.
Teheran ha reagito annunciando la costruzione di un nuovo impianto di arricchimento dell’uranio in una località segreta e l’installazione di centrifughe avanzate nel sito sotterraneo di Fordo. Secondo le autorità iraniane, queste misure porteranno a un aumento significativo della produzione di materiale nucleare. “La Repubblica Islamica dell’Iran non ha altra scelta che rispondere a questa risoluzione politica,” hanno dichiarato il Ministero degli Esteri e l’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana.
Il presidente Masoud Pezeshkian, eletto con una piattaforma moderata, ha assunto toni più duri dopo il voto dell’AIEA, affermando che l’Iran “continuerà per la propria strada” e proseguirà con l’arricchimento.
La risoluzione dell’AIEA sottolinea che l’incapacità dell’agenzia di garantire la natura pacifica del programma iraniano potrebbe portare la questione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Intanto, crescono le tensioni nella regione: gli Stati Uniti hanno rafforzato le misure di sicurezza per il personale diplomatico in Israele, mentre alcune famiglie di funzionari americani hanno lasciato il Medio Oriente.
Una nuova fase di colloqui tra Washington e Teheran è prevista per domenica in Oman, ma il clima resta teso. I Paesi europei hanno ribadito l’impegno per una soluzione diplomatica, ma minacciano di attivare il meccanismo di “snapback” per reintrodurre le sanzioni sospese con l’accordo del 2015, se l’Iran non fornirà risposte credibili entro ottobre.